Il verdetto è confermato una volta per tutte: Samsung dovrà versare 1,05 miliardi di dollari ad Apple per la violazione di 6 brevetti dei suoi dispositivi mobili. Lo ha ribadito Lucy Koh, giudice del tribunale distrettuale di San José (California), respingendo la richiesta del gruppo fondato da Steve Jobs di aumentare il valore della sanzione.
Il magistrato ha negato anche la richiesta di un nuovo processo, avanzata da entrambe le aziende, ed ha sostanzialmente lasciato intatta la sentenza pronunciata il 24 agosto scorso, già entrata nella storia delle vicende giudiziarie legate al mondo dell’hi-tech. “La corte non intende entrare nel merito di come, precisamente, la giuria abbia calcolato la richiesta di danni – ha scritto la Koh nel verdetto – ma è ragionevole assumere che la sanzione pecuniaria sia stata pensata per ricompensare Apple delle perdite derivate da tutte le violazioni riscontrate dalla giuria stessa”.
La guerra dei brevetti tra Samsung e Apple, che insieme vendono circa la metà degli smartphone circolanti nel mondo, è iniziata quando il gruppo sudcoreano ha lanciato la serie degli smartphone Galaxy. Secondo recenti testimonianze, in quel periodo Steve Jobs, poi morto il 5 ottobre 2011, lanciò l’allarme sui Galaxy che presumibilmente “copiavano” l’iPhone e minacciò di lanciare una “guerra termonucleare” contro gli asiatici.
Proprio nel 2011 Apple fece causa a Samsung per l’uso illegale di 6 licenze, quattro relative al design e due al software. Ad agosto c’è stata la sentenza che ha decretato la mega-multa, seguita da una richiesta della Mela di altri 536 milioni di dollari di danni, ieri respinta da Lucy Koh. La stessa giudice, il 7 dicembre scorso, aveva sollecitato i due contendenti, impegnati in varie cause giudiziarie in tutto il mondo, a raggiungere una “una pace globale”.
In effetti il 18 dicembre Samsung Electronics ha ritirato le richieste di ingiunzione contro Apple in cinque Paesi europei – Italia, Germania, Francia, Regno Unito e Olanda – relative ai brevetti cosiddetti standards-essentials, quelli che coprono aree fondamentali per rispettare gli standard dell’industria, come il 3G o il wifi. Un primo segnale di volontà di rappacificazione tra i due giganti dell’hi-tech.