IL PAGINONE

Archimedicx, la Google della sanità che scova le eccellenze

L’ex assicuratore Moni Milchman battezza il portale dei migliori ospedali e cliniche al mondo. Già censite oltre 2800. In arrivo un motore specifico per le malattie più rare

Pubblicato il 22 Lug 2016

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Un motore di ricerca dedicato all’eccellenza clinica mondiale. Si chiama Archimedicx e a lanciarlo online a settembre scorso, dopo quattro anni trascorsi a censire le principali strutture sulla base di ben 150 parametri, ci ha pensato Moni Milchman.

Ex assicuratore, Milchman ha deciso di investire nell’iniziativa a seguito della tragica morte della sorella “ricoverata in un ospedale per un intervento di routine”, racconta. “Da allora mi sono chiesto come sia possibile che accadano simili episodi spesso dovuti all’incapacità di individuare per tempo il centro più adatto a trattare patologie specifiche e mi sono reso conto che uno strumento potente come Internet, quando lo si usa per ricerche di questo tipo, non è in grado di fornire risposte se non a livello disaggregato e spesso senza la possibilità di poter certificare la qualità del risultato”. Di qui l’idea di dare vita ad un motore della sanità d’eccellenza, “una sfida che non credevo fosse così complicata”.

Come certificare la qualità di ospedali e cliniche? Quali i parametri da prendere in considerazione? Per portare avanti il progetto Milchman ha messo su una squadra composta da medici, matematici, bioinformatici ed esperti di statistica. Un team di professionisti che dopo aver individuato i parametri di riferimento è riuscito a creare una directory che al momento conta 300 ospedali e 2.500 cliniche e che procede nel suo lavoro per ampliare progressivamente il database (i parametri sono stati verificati e convalidati dall’Himms – Healthcare Information Systems Management Society). “Durante questo lungo periodo di lavoro ci siamo resi conto che ci sono molti luoghi comuni su cosa sia la qualità in sanità – racconta ancora l’imprenditore -. Ad esempio, a dispetto di quanto si creda, i centri in cui si verificano i maggiori decessi sono spesso i migliori. Come sia possibile? Ebbene abbiamo scoperto che la maggior parte dei decessi riguarda pazienti affetti da malattie gravi che spesso si rivolgono a queste strutture come estrema ratio, quando non sono riusciti a individuarle per tempo, perché sono quelle in cui la possibilità di cura è considerata più elevata. Di fronte a patologie gravi le cui probabilità di cura sono scarse aumentano le probabilità di decesso. Ed ecco perché i decessi sono più alti. Bisogna dunque stare molto attenti a dare giudizi frettolosi quando si fanno ricerche di questo tipo”.

Se è vero che Archimedicx è (in parte) a costo zero per i pazienti – non sono richieste fee per accedere ai dati online– l’iniziativa è una vera e propria attività imprenditoriale, con tanto di revenue. Le strutture che decidono di farsi censire pagano infatti una commissione fino al 10% dell’importo delle cure per ciascun paziente che viene ricoverato a seguito della “intermediazione” di Archimedicx. E per i pazienti sono previsti una serie di servizi “accessori”, appunto a pagamento: dalla prenotazione di alberghi all’organizzazione dei trasporti in loco fino al servizio di traduzione, “ma non sono obbligatori”, ci tiene a specificare Milchman il quale annuncia che presto la società lancerà un call center in sette lingue.

La domanda però a questo punto nasce spontanea: le strutture censite pagano per farsi censire e quindi assicurarsi un posto nella lista delle best practice? “No – assicura perentorio Milchman-. Il nostro scopo non è fare pubblicità, ma certamente siamo un’azienda e come tale dobbiamo fare profitti”. Come avviene dunque il censimento? “Per verificare i parametri abbiamo bisogno dell’accesso a una serie di dati. Se la struttura vorrà concederceli avrà la possibilità di verificare se può rientrare nella nostra classifica e in caso contrario valutare quali sono le mancanze a cui porre rimedio per accreditarsi. Le strutture sanitarie hanno spesso deficit di bilancio e hanno bisogno di nuovi pazienti e noi siamo in grado di far incontrare domanda e offerta evitando, contemporaneamente, quel triste fenomeno del ‘turismo medico’ che porta ad oggi circa 50 milioni di persone da un ospedale all’altro, da una clinica all’altra, prima di arrivare alla destinazione giusta”. Fra le iniziative al via, oltre al call center, anche una serie di “sotto-motori” specializzati per tipologie di patologie. “Stiamo lavorando – annuncia Milchman – a un motore per specifiche tipologie di tumori, in particolare quelli più gravi e rari”.

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