Benedetta Arese Lucini non è più la general manager di Uber. Al suo posto arriva Carlo Tursi, finora a capo di Uber Roma. La società comunica che “il rapporto tra Uber e Benedetta Arese Lucini si è concluso di comune accordo. Le siamo grati per la passione e il contributo che ha dato all’azienda e le auguriamo il meglio per le sue future avventure professionali”. E sempre nello stesso comunicato l’ex-numero uno si limita a ringraziare per l’opportunità e l’esperienza di questi due anni e mezzo, augurando al team successo”.
Nessun accenno alle ragioni della separazione. In questi ultimi due anni la Arese Lucini, che a 31 anni ha già una lunga carriera in diverse startup in Italia e Malesia, è stata il volto pubblico dell’azienda, anche bersaglio delle contestazioni dei tassisti che accusano la app di violare la legge. L’ultimo attacco risale a qualche giorno fa, quando la Arese Lucini, dopo una cena romana con alcune parlamentari, scoperta da alcuni autisti inferociti, è stata pedinata e aveva trovato alcuni striscioni davanti alla sua abitazione a Milano.
L’accusa dei tassisti è quella di aver fatto lobby con alcuni esponenti del Parlamento con l’obiettivo di convincerli a depositare emendamenti favorevoli alla app che mette in contatto clienti e autisti nel disegno di legge sulla concorrenza. Non è il primo momento di scontro tra tassisti e Uber che già conta una lunga storia nei tribunali italiani. Ora tocca a Tursi districare la faccenda, partendo proprio da Roma, una delle città più ostili a Uber.