Facebook scende in campo con decisione contro la stampa fai da te di armi grazie alle stampanti 3D. Il social network ha annunciato di voler vietare la condivisione di link, nei post ma anche tramite messaggi via Whatsapp e Messenger, che rimandino ai siti dove è possibile scaricare le istruzioni. “Condividere istruzioni su come stampare armi da fuoco non è consentito dai nostri standard – sottolinea un portavoce della società fondata ma Mark Zuckerberg – Stiamo rimuovendo questi siti da Facebook”.
La decisione del social network interviene su un dibattito molto “caldo” negli Stati Uniti, dove una recente decisione del Governo Trump aveva ammesso la possibilità di diffondere i progetti per a costruzione di pistole in materiale plastico, in grado di sfuggire anche i controlli di sicurezza. Da allora si sono susseguite le prese di posizione di tribunali e Stati della federazione, come accaduto recentemente a Washington dove un giudice federale ha ribaltato la precedente decisione del governo.
Defense Distributed aveva vinto lo scorso mese una causa contro il Dipartimento di Stato americano e ottenuto il via libera a rendere pubblicamente disponibili online gli schemi per realizzare una pistola con la stampante 3D. Nove Stati americani, tra cui il District of Columbia, si sono immediatamente mossi per impedire la pubblicazione dei files con una causa presso un tribunale di Seattle, che in secondo momento ha dato loro ragione.
Defense Distributed, il cui proprietario Cody Wilson è un noto anarchico e convinto sostenitore del possesso di armi da fuoco, è un’organizzazione online e open-source che sviluppa file digitali per la costruzione di armi, le cosiddette “wiki weapons“; i files si possono scaricare da Internet e usare per la stampa in 3D. In particolare, Defense Distributed ha sviluppato e rilasciato i file di Liberator, la prima pistola al mondo che si possa fabbricare interamente con una stampante 3D.