Cybersecurity

Arriva il software “Molecola” per scovare i criminali

Sviluppato dalla Direzione Nazionale Antimafia e dalla Guardia di Finanza l’applicativo informatico che mira a tenere sotto controllo in tempo reale le attività illecite

Pubblicato il 03 Mar 2010

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Da oggi la mafia ha un nemico in più nel mondo dell’informatica.
“Molecola” è il nuovo software in grado di incrementare
l’efficienza e la rapidità delle indagini contro la criminalità
di stampo mafioso.
Il programma è stato presentato oggi al Comando Generale della
Guardia di Finanza, alla presenza del Procuratore Nazionale
Antimafia, Pietro Grasso, del Comandante Generale della Guardia di
Finanza, Cosimo D’Arrigo e del comandante dello S.c.i.c.o,
Umberto Sirico.

“Si tratta di un’arma informatica che fornirà un
determinante contributo nell’aggressione dei patrimoni illeciti
e per recidere i canali di finanziamento della cosiddetta impresa
mafiosa”, apiega la Gdf.
Sviluppato grazie alla collaborazione tra Direzione Nazionale
Antimafia e Guardia di Finanza, questo nuovo software è in grado
di recuperare in forma massiva dati e notizie su ciascun soggetto
d’interesse investigativo, di attribuire coerenza a tali dati
che vengono messi a sistema con tutte le informazioni rilevabili
dalle banche dati in uso alla Guardia di Finanza.

In particolare, “Molecola”, che lavora utilizzando piattaforme
applicative in ambiente Web, si interfaccia con il software di
analisi relazionale in uso a tutte le forze di polizia,
arricchendolo di preziose informazioni.
In dettaglio, individuato un soggetto che sulla scorta di elementi
di criticità prefigurati, risulta potenzialmente un prestanome,
vengono recuperati in modo rapido tutti i dati significativi
(precedenti penali, di polizia e tributari, beni posseduti, conti
correnti e flussi finanzieri, controlli di polizia ricevuti, ecc.)
a lui riferibili compresi i risultati dell’analisi relazionale.
E in brevissimo tempo gli investigatori sono in possesso di una
scheda in grado di radiografare esattamente il valore del soggetto
nell’ambito dell’indagine in corso.

In circa sei mesi è già stato testato su migliaia di sospetti
(sia persone fisiche che giuridiche), ed è stato efficacemente
sperimentato nella lotta al clan dei Casalesi all’indomani
della strage di Castelvolturno, nonchè in recenti operazioni
contro la ‘ndrangheta.

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