Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, ha chiesto durante l’assemblea dei soci, di innalzare l’investimento in fiber to the home da 500 milioni a un miliardo, magari “chiedendo al mercato un piccolo aumento di capitale”, di convertire le azioni risparmio in ordinarie, per un impatto di 500-600 milioni. “L’associazione è favorevole all’ingresso di Telecom nel capitale di Metroweb purché con una quota di maggioranza al 70%”.
Asati ha quindi richiesto tagli di costi e aumento della solidarietà per i dirigenti da sei a 12 giorni. Per taglio dei costi è stata indicato il taglio di autisti e macchine blu, a eccezione del presidente e dell’Ad, azzeramento dei consulenti “se non indispensabili”, niente “cda a Venezia e ipotesi fantasiose di borad in Brasile”. In tal modo, secondo l’associazione, il risparmio arriverebbe a circa 300 milioni l’anno.
I piccoli azionisti hanno commentato anche la societarizzazione del caring. Per Asati la complessa operazione che coinvolge un comparto nel quale attualmente sono impiegati 9.000 addetti circa, “servirebbe per risparmiare 80 milioni di euro; se questo è l’importo previsto per realizzare il progetto, la struttura nascente sarebbe già fuori mercato oltre a far crescere un clima infuocato tra le risorse coinvolte”. L’idea di Asati è recuperare “le risorse in altri settori dove esistono sprechi e applicare le stesse regole severe che oggi sono state applicate nel caring a tutto il personale di TI, perché altrimenti abbiamo condizioni di lavoro non paritetiche”.
Asati promuove la politica della gestione del personale che rappresenta una discontinuità dal passato, con la conclusione dei lavori dei cantieri, il nuovo modello di valutazione del personale secondo criteri più moderni, e bene alla decisione delle nuove assunzioni di 4.000 giovani con le regole del jobs act, purché ci siano risorse adeguate da parte del Governo. “A tale proposito chiederei di stabilire dei canali per l’assunzione dei figli dei dipendenti qualora gli skills professionali rientrino nelle esigenze della società”, propongono i piccoli azionisti.
Ok anche alle gestione finanziaria sulla rinegoziazione di parte del debito. “Ottima l’operazione del buy back che ha portato un risparmio annuo di 300 milioni e il finanziamento delle obbligazioni convertibili a 1.8 euro, ora bisogna agire velocemente, prima della scadenza del QE di Draghi ristrutturare la maggior parte del debito monstre che abbiamo”.