Assicurazioni auto, il futuro è nei big data

La nascita di competitor provenienti dal mondo digitale ha aumentato la concorrenza sul mercato. E le compagnie saranno in grado competere solo con un uso “mirato” dei dati. L’analisi di Julian Nachtwe, Vp Sales Operations & Strategy di Software AG

Pubblicato il 17 Set 2015

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La concorrenza nel mercato assicurativo è cresciuta moltissimo negli ultimi anni – anche in seguito alla nascita di nuovi competitor provenienti dal mondo digitale. Aziende come Google, Amazon & Co ne sono la prova. I giganti di internet hanno in comune una ricetta di successo: modelli di business agili, digital processes e analisi dei dati in tempo reale. E per questo sono destinati a cambiare radicalmente il mercato assicurativo in breve tempo. Una selezione e valutazione intelligente dei dati dei clienti permette alle imprese digitali di personalizzare i propri prodotti e rispondere in maniera puntuale alle esigenze individuali dei clienti, riuscendo anche ad avere una previsione sugli sviluppi del mercato.

“Il mercato tedesco delle compagnie assicurative auto ne è un esempio. Questo, è caratterizzato da una concorrenza agguerrita e polizze molto basse“, commenta Vincent Wolff-Marting, Competency Team Leader for Information Technology with Versicherungsforen Leipzig (insurance forum). “I margini sono ridotti nella maggior parte dei segmenti dei clienti. Nel lungo termine, le polizze online possono avere successo rispetto ai modelli tradizionali solo se sono in grado di offrire un reale miglioramento in base al comportamento alla guida, riducendo inoltre il costo degli incidenti oppure offrire servizi a valore aggiunto come il noleggio auto in caso di furto o pick up del conducente. L’esperienza in alcuni Paesi conferma che il potenziale esiste”:

Inoltre, con l’aumento della concorrenza, solo le aziende che personalizzano i propri prodotti e servizi rendendoli rispondenti alle specifiche esigenze dei clienti, raggiungeranno un successo nel lungo periodo. Ma la domanda cruciale è: come possono le compagnie assicurative conoscere i propri clienti e le loro esigenze così bene da poter offrire una polizza personalizzata? La risposta è semplice.”

I dati sono una miniera d’oro

In prima battuta, le aziende hanno la necessità di raccogliere, collegare ed analizzare i dati provenienti da fonti quali navigation systems e social media networks con le proprie fonti di dati tradizionali relative ai clienti e alle operazioni che li riguardano. Il mercato automotive ha già delineato le condizioni ottimali per il segmento dell’assicurazione auto, trasformando le vetture moderne in giganteschi computer mobili. Da quando la “connected car” è collegata a centri di informazione e servizi sul traffico attraverso una connessione mobile, l’auto in sé stessa diventa la fonte di dati numero uno. La tecnologia per la valutazione intelligente di dati rilevanti è stata persino resa disponibile per un certo periodo di tempo. Le compagnie assicurative devono solo utilizzarla. Analizzare le informazioni sul comportamento degli automobilisti permette alle aziende di sviluppare offerte e polizze personalizzate, potendosi, così, rivolgere ai propri clienti con un approccio più targettizzato, offrendo prodotti personalizzati.

Pagamenti in base alla modalità di guida

Il principio delle polizze individuali è molto semplice: in futuro, ogni conducente avrà la propria polizza assicurativa in base al proprio comportamento. Le compagnie assicurative, al fine di calcolare le polizze, saranno in grado di sfruttare l’analisi derivante dai big data in base al comportamento di guida, all’utilizzo del carburante, ai rischi potenziali dei tragitti abitualmente percorsi. Ad esempio: un conducente che normalmente guida su strade a basso rischio e pertanto possiede una copertura assicurativa parziale con un‘alta deducibilità, ha bisogno di una polizza per un singolo giorno al fine di percorrere le strade a rischio e in condizioni climatiche non favorevoli. La compagnia assicurativa può utilizzare le informazioni disponibili relative al comportamento di guida per generare un “risk profile” e creare un’offerta assicurativa competitiva che copra in modo completo i rischi reali per il singolo giorno. In caso di incidente, l’assicuratore può tracciare dettagliatamente le circostanze relative all’incidente, minimizzando così le frodi assicurative. “E‘ importante che le compagnie assicurative online non risultino misteriose e presenti solo nel momento in cui viene emessa una nuova polizza a fine anno. I conducenti devono invece rendersi conto dei rischi di manovra e degli errori di guida il prima possibile, in modo da poter comprendere le conseguenze di tali comportamenti sulla polizza“ commenta Wolff-Marting.

Gli analisti: il digitale è ancora lontano ma si prevede un avvicinamento

Purtroppo, tali applicazioni dei big data rappresentano ancora un miraggio nel mercato assicurativo. Nonostante il tema big data stia salendo in cima alla lista nelle agende di molte compagnie assicurative, l‘impegno nel valutare le informazioni disponibili e nel considerarle come elemento da cui partire per prendere una decisione effettiva è ancora lontano. Secondo una ricerca, le aziende che hanno già adottato soluzioni per i big data sembrano essere meno dell’otto percento. Pertanto, l’impegno nel mercato assicurativo è ben distante da quello rilevato per altri mercati. Secondo Gartner, i mercati del retail e delle telecomunicazioni investono in media il doppio per i big data. Ma il 40 percento delle compagnie assicurative prevedono di incrementare i loro investimenti nei prossimi due anni.

Cogliere l’opportunità digitale

Le compagnie assicurative negli Stati Uniti sono già passi avanti rispetto a quelle tedesche: analizzano e valutano i dati relativi al comportamento di guida dei clienti e sono in grado così di proporre loro offerte personalizzate. Un recente studio condotto da BearingPoint Institute, che ha coinvolto 30 compagnie assicurative europee e statunitensi, ha dedotto che la top five delle criticità legate ai big data derivi da una mancanza di esperienza e competenze, dalla mancata applicazione di strategie e da un’attribuzione non chiara delle responsabilità. Inoltre, c’è un’importante assenza di volontà di assumersi i rischi legati all’implementazione di tecnologie innovative relative ai big data. Queste circostanze hanno portato le compagnie assicurative a trovarsi in un circolo vizioso. Il rischio è che il gap tra i grandi player e i nuovi competitor continuerà ad ampliarsi finchè le compagnie assicurative, per avversità al rischio, si rifiuteranno di cogliere le opportunità dell’era digitale. Se vogliono stare al passo dei nuovi competitor facenti parte del mondo online, devono adottare una strategia di business digitale ed integrare big data intelligenti nei loro modelli di business.

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