“In uno scenario caratterizzato da instabilità economica e politica in Italia e da un lieve miglioramento dell’economia a livello globale, l’Innovazione sembra essere l’unico elemento che possa restituire ottimismo e speranza”: con questo incipit si apre l’Assintel Report 2013, che fotografa il mercato IT in Italia con i suoi trend di sviluppo per i prossimi mesi.
Lo scenario IT è in profonda trasformazione, estendendosi a ciò che ormai è divenuta l’economia digitale. Eppure tutto diventa “digitale” oggi, e parlare di digitale serve a poco: i confini sono troppo indefiniti, occorre entrare nel dettaglio per capire cosa sta succedendo. La trasformazione del digitale investe tutta la società (aziende dell’offerta e della domanda, PA, cittadini) con 10 trend significativi: Mobile Internet, Social media, Big Data, l’Internet of Things, Cloud Computing, l’Automazione della conoscenza, Robotica, il 3D Printing, Digital Marketing, E-commerce.
Quello che più ci sembra invasivo è la rivoluzione del Mobile, perché se in Italia ci sono 28 milioni di smartphone, significa che le aziende, i clienti delle aziende, i clienti dei clienti delle aziende, ed infine i cittadini sono diffusamente connessi e si aspettano che chi si relaziona a loro sia connesso. Non sottovalutiamo le aspettative: questa piccola parola, spesso relegata in un cono d’ombra, costituisce la discriminante fra una strategia di successo ed una fallimentare. Essa viene sempre considerata dal nostro punto di vista: quali sono le mie aspettative di risultato, o di performance. Poco spesso, invece, la si considera dal punto di vista del target a cui mi rivolgo, perché il lavoro diventa faticoso, come faticoso è mettersi nei panni dell’altro e attivare il pensiero empatico. Ma proprio da qui parte quella rivoluzione che si chiama customer experience, a cui ogni azienda deve adeguarsi se non vuole restare tagliata fuori.
È allora quel vasto intreccio di Mobile, Social Media e analisi dei dati digitali che corre ad una velocità mai vista, facendo capo ad un Digital Marketing che è in primo luogo mettere al centro le aspettative del consumatore, e che così facendo stravolge i modelli di business e i processi organizzativi delle aziende. Questa è la ragione per cui l’area della “Nuova IT”, con i suoi 10 trend, è in crescita: è là che si gioca l’evoluzione dell’intero sistema. Eppure questa crescita non riesce a controbilanciare la secca perdita di tutti e tre i principali segmenti del mercato, segnando una complessiva decrescita della spesa IT del 4%. Cala l’Hardware, quasi del 10%, calano i Servizi IT e – per la prima volta – cala anche il Software.
Lo sprazzo di luce che ci dà il Cloud Computing, al +43,2%, o la crescita esponenziale di tablet e e-reader (+42%), o ancora il nuovo mercato degli apparati e delle piattaforme di Internet of Things, che cuba 722 milioni di euro, non servono però a bilanciare le altre perdite.
In termini di dinamica complessiva dei segmenti di mercato, notiamo una generale tendenza al ribasso rispetto ad un anno fa. Arrancano i segmenti della PA, degli Enti Locali e della Sanità per le note ragioni di spending review, con un ribasso di oltre l’11% sullo scorso anno. Molto più contenuti i decrementi di altri settori, come Assicurazioni, Banche, Tlc e Media e Utility, ma la sinfonia non cambia: siamo in rosso. Il segmento Consumer chiude in segno positivo (+1%) anche se subisce un rallentamento della crescita rispetto al +1,8% dell’anno scorso, risentendo dell’atteggiamento improntato alla cautela da parte dei consumatori, ma anche di diminuzione dei prezzi di determinati prodotti e servizi.
Ciò che traina il mercato è il segmento delle medie e grandi imprese utenti, che sommate coprono il 62% della spesa IT nazionale. Le Banche sono il big spender per eccellenza, e quest’anno è significativo un loro rallentamento di oltre il 2%. Continua invece la decrescita a due cifre degli investimenti nelle piccole imprese, che hanno una maggiore difficoltà a reperire budget da dedicare all’innovazione, costringendole spesso a ripiegare su progetti più tattici e più a corto raggio.
“Chi è carente di immaginazione può continuare a pensare ad una IT connessa a efficienza, a consolidamento, a riduzione di costi, ma per gli stakeholder dell’Assintel Report, per gli imprenditori, i manager, gli addetti ai lavori che ci seguono, è venuto decisamente il momento di liberare nuove idee e renderle concrete. Grazie all’IT possono nascere nuovi business digitali o si possono trasformare quelli esistenti, creare nuove revenuestream. Per noi di Nextvalue l’Assintel Report è uno strumento che può aiutare a indovinare le scelte, o, almeno, ci piace pensare che anche noi contribuiamo all’ampio processo di crowdsourcing di innovazione in corso, nonostante tutto, nel nostro Paese”. Così Alfredo Gatti – Managing Partner di Nextvalue, che ha realizzato la ricerca per conto di Assintel.