IL POSITION PAPER

Assintel, Generali: “Per spingere il digitale riprogettare la logica degli incentivi”

Serve liquidità, le imprese di piccole dimensioni non ce la fanno. Stop agli “abusi” negli appalti e modello hybrid cloud per la rivoluzione nella PA. Vitale intervenire sul sistema scolastico per fare fronte allo scoglio della mancanza di competenze

Pubblicato il 25 Ott 2023

Paola Generali

Presidente Assintel

paolagenerali sfondo assintel

Il digitale si è stabilmente innestato nel dna del nostro Paese e i dati lo dimostrano: è uno dei pochi mercati che continua a crescere, nonostante le incertezze economiche che ci accompagnano in questi anni turbolenti. Gli ultimi dati dell’Assintel Report ci raccontano di un comparto, quello Ict business, che nel 2023 totalizza 39 miliardi di euro, +4,8% rispetto allo scorso anno.

L’IT galoppa, le Tlc ristagnano

È un settore a due velocità: l’Information Technology galoppa a +5,8% con una previsione al +8,4% nel 2024, mentre il segmento Telecomunicazioni è stagnante al -0,8%.

Le micro e piccole imprese a digiuno digitale

Le previsioni per il 2024 sono in miglioramento rispetto all’anno in corso, come evidenzia la survey condotta su 1000 imprese e pubbliche amministrazioni. 8 imprese su 10 confermano gli investimenti nel digitale, il 29% li aumenteranno. Ma la parte da leone la faranno come sempre le grandi imprese, mentre solo il 25,8% delle micro e il 38,7% delle piccole imprese confermano gli investimenti in digitale. Questo segnale è il leit motive di tutta la rilevazione. Sono soprattutto le micro e piccole imprese ad essere in completo digiuno digitale, circa 130.000 che rappresentano l’8,5% del totale nazionale. I principali ostacoli alla digitalizzazione si confermano essere la scarsa disponibilità finanziaria (31%) e la mancanza di cultura innovativa e competenze digitali (32,4%).

Questa è la fotografia che ci restituisce Assintel Report 2023, la ricerca realizzata da Assintel, Associazione Nazionale delle Imprese Ict e Digitali di Confcommercio, insieme alle società di ricerca Idc Italia e Istituto Ixé, con la sponsorship di Grenke, Intesa Sanpaolo, Tim e Open Gate Italia.

Sentiamo ancora più forte la nostra missione

È sulla base di questi dati che come associazione sentiamo ancora più forte la nostra missione di essere a supporto della transizione digitale, sia nei confronti delle imprese sia della Pubblica Amministrazione. E lo facciamo presentando al mondo politico il nostro Position Paper, mettendoci al servizio delle istituzioni.

Il Positon Paper Assintel

Ecco le aree sulle quali abbiamo stilato una lunga lista di proposte operative.

L’innovazione ha bisogno di carburante e se vogliamo aumentarne la velocità dobbiamo comprendere qual è la macchina che stiamo guidando. Lo sviluppo del Made in Italy digitale deve passare per il riconoscimento da parte della politica che il settore ha una predominanza di micro, piccole, medie imprese e startup, mentre oggi spesso sembra vedere solo le big tech. Le piccole imprese devono essere messe nelle condizioni di creare innovazione. In particolare, occorre intervenire su due filoni: innanzitutto sui bandi di finanziamento per la Ricerca e Sviluppo, facendo in modo che prevedano la possibilità di ottenere garanzie dirette e finanziamenti dai 20mila euro in su; in secondo luogo facilitando l’accesso delle Mpmi alle gare Ict della PA, suddividendole in lotti più piccoli e favorendo le aggregazioni fra i piccoli fornitori.

Il tema delle gare e degli appalti

Infatti, il tema delle gare pubbliche, degli appalti e della concorrenza è particolarmente sentito fra gli operatori Ict, sistematicamente da anni sottoposti a pratiche di vero e proprio abuso da parte delle grandi imprese, che si sostanziano in un sistema di sub-appalti che porta le piccole imprese ad essere la loro “cassa” di finanziamento – pagate ben oltre i 60 giorni – e ad essere soggette a tariffe professionali addirittura al di sotto dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Servono norme che mettano il Ministero dell’Economia nelle condizioni di monitorare e intervenire su questi fenomeni, nell’alveo delle normative europee che tutelano la libera concorrenza.

Modello hybrid cloud per la digitalizzazione delle PA

La digitalizzazione delle Pubbliche amministrazioni centrali e locali è fondamentale per la trasformazione del Paese. Questo processo comprende tecnologie, regolamenti e soprattutto cambiamenti organizzativi e culturali.  Un punto di partenza? L’adozione di un modello Hybrid Cloud, che coinvolga sia infrastrutture Cloud nazionali qualificate che Data Center regionali e provinciali, creando una rete di piccoli fornitori qualificati che siano punto di riferimento sul territorio, sia tecnologico sia consulenziale e formativo.

La digital transformation delle imprese: serve liquidità

L’altra grande sfida è il sostegno alla trasformazione digitale delle imprese, che per la maggior parte sono di piccole dimensioni. Ed è proprio pensando alle loro peculiarità che le istituzioni devono riprogettare la logica degli incentivi fiscali, imperniandola su una parola chiave: liquidità. Ad esempio, una Mpmi che vincesse un bando dovrebbe poter ottenere immediatamente il 100% del contributo a fondo perduto anticipato da una banca, garantita dallo Stato. Anche i criteri sul merito creditizio devono cambiare, basandoli sul progetto anziché sulla società richiedente.

Lo scoglio delle competenze

Trasversale a tutte queste proposte c’è uno dei maggiori scogli che oggi incombe sulla trasformazione digitale: la mancanza di competenze digitali. È vitale intervenire concretamente sul sistema scolastico, in ogni suo ordine e grado, per colmare il divario.

Serve modificare l’offerta formativa della scuola pubblica per includere maggiori percorsi orientati alle discipline Stem, avviare iniziative di sensibilizzazione, potenziare i licei scientifici e gli Itis con indirizzo tecnologico, creare un fondo per lo sviluppo di programmi formativi in collaborazione con le aziende e la condivisione di sapere attraverso l’intervento di docenti esperti che provengano direttamente dal mondo delle imprese Ict. Ed infine promuovere partnership con le facoltà universitarie scientifiche per creare lauree triennali verticali che preparino giovani competenze subito pronte per il lavoro.

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