Assist di Bankitalia all’AI. Le banche italiane dovrebbero considerare “i significativi vantaggi” che produce l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella selezione del credito, ossia dei clienti meritevoli di essere affidati. L’invito arriva direttamente dalla Banca d’Italia con le parole pronunciate dal vice direttore generale, Alessandra Perrazzelli, in occasione di una lectio magistralis all’Università di Genova. Meglio la macchina dell’uomo per la misurazione del rischio credito come evidenzia la letteratura economica, aggiunge in sostanza Perrazzelli.
“Secondo un’indagine della Banca d’Italia – si legge nel testo diffuso da via Nazionale – le principali banche italiane hanno in produzione o in fase di studio progetti per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale a fini di compliance. Resta, invece, limitato il numero di banche che ha in corso sperimentazioni per l’impiego di questa tecnologia nella selezione della clientela da affidare; i vantaggi che ne potrebbero derivare sono però significativi, soprattutto se le applicazioni vengono utilizzate per la valutazione di soggetti più opachi (come le start-up o le piccole imprese) e con ridotta storia creditizia”.
Perrazzelli osserva come l’innovazione tecnologica in Italia abbia contribuito a un rilevante taglio degli sportelli fisici delle banche: dall’inizio del 2017 al settembre 2019, il numero degli sportelli attivi è calato del 15% con la chiusura di 4.300 filiali.
Con i canali digitali, tuttavia, la banca riesce a conservare il cliente: “La disponibilità dei canali digitali fa sì che la riduzione del numero dei punti di contatto fisico non comporti più, a differenza di quanto accadeva in passato, perdite di quote di mercato, almeno per quanto riguarda i conti di deposito”.
C’è poi un altro aspetto da considerare: “I guadagni in termini di costi operativi sono invece potenzialmente molto elevati”. C’è anche un’altra faccia della digitalizzazione nel settore finanziario che Perrazzelli mette in luce: le possibilità di lavoro per i giovani. “E’ destinata a crescere la domanda da parte delle banche di giovani talenti tra informatici e ingegneri, in competizione con gli altri settori dell’economia. Sarà necessario investire in formazione per declinare le competenze di queste figure professionali nell’ambito finanziario. Dovranno essere rivisti percorsi di carriera e di retribuzione che, rispetto ai settori più produttivi dell’economia, possono presentare maggiori rigidità”.