IL DEAL

Associazioni no-profit contro il matrimonio Google-Fitbit: “Privacy a rischio”

Secondo le associazioni di Usa e Ue, BigG mirerebbe all’enorme volume di dati sanitari raccolti dal produttore di fitness trackers. L’Antitrust Ue deciderà entro il 20 luglio se dare il disco verde, ma la commissaria Vestager ha già espresso perplessità

Pubblicato il 02 Lug 2020

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L’operazione GoogleFitbit presenta troppi rischi dal punto di vista antitrust e della tutela dei dati personali. Lo sostengono venti associazioni che si battono per la difesa della privacy e dei diritti dei consumatori, che hanno firmato un appello ai regolatori globali mettendo in guardia sulle ricadute negative dell’acquisizione del produttore di dispositivi wearable annunciata dal colosso di Mountain View.

La lettera è firmata da no-profit di Europa, Stati Uniti, Canada, Australia e America Latina, tra cui Access now (Europa), Public citizen (Usa) e Institute of consumer defense (Brasile). Le associazioni sostengono che il deal non farebbe che allargare il già enorme dominio di mercato di Google sui vari segmenti dell’economia digitale.

In particolare, con il takeover della società dei dispositivi connessi per il fitness, Google aggiungerebbe alla già enorme banca di dati dei suoi utenti tutte le informazioni raccolte tramite i wearable di Fitbit, come l’attività fisica svolta giornalmente, la qualità del sonno o il battito cardiaco.

Google: “Il deal riguarda l’hardware, non i dati”

“Le esperienze dei passato mostrano che i regolatori devono essere molto cauti di fronte alle promesse fatte dalle aziende che si fondono riguardo alle limitazioni sull’uso dei dati dell’azienda che viene acquisita”, si legge nell’appello. “I regolatori devono partire dal presupposto che Google utilizzerà in pratica la totalità del data set – finora indipendente – di Fitbit, costituito da informazioni altamente sensibili, e li unirà ai propri”.

“Questo accordo riguarda i device, non i dati”, ha replicato una portavoce di Google all’agenzia Reuters. “Noi riteniamo che l’unione delle attività hardware di Google e di Fitbit aumenterà la concorrenza nel settore”. La portavoce del colosso americano ha sottolineato che il mercato dei wearable è affollato e non vi sono rischi di accentramento.

Regolatori Usa e Ue già sull’attenti

Il deal, annunciato a novembre, è al momento al vaglio dei regolatori. L’Antitrust Ue deve decidere entro il 20 luglio se dare il disco verde (condizionato o no) all’operazione da 2,1 miliardi di dollari o 1,86 miliardi di euro – o avviare una fase di ulteriori indagini che verrebbero chiuse dopo quattro mesi.

Il takeover mira ad aiutare l’azienda del gruppo di Alphabet a competere con Apple e Samsung nel mercato degli smart watch e dei fitness tracker, dove di recente sono entrati anche Huawei e Xiaomi. La preoccupazione però è che l’acquisizione del produttore di fitness tracker possa portare in casa di Google grandi volumi di informazioni su milioni di utenti che utilizzano il software connesso via cloud per monitorare i passi effettuati ogni giorno, le calorie bruciate e le distanze percorse. Questi dati, incrociati con altri già in possesso di Google, teme la Commissione europea, potrebbero portare ad analisi e profilazioni sin troppo dettagliate dei cittadini e del loro stato di salute.

Al momento dell’annuncio dell’accordo molti analisti avevano commentato che il vero obiettivo di Google è l’ingresso nel settore dell’assistenza sanitaria, un mercato da 3,5 trilioni di dollari. La commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha subito espresso le sue preoccupazioni riguardo alla tendenza dei big del tech di acquisire altre aziende il cui principale capitale è rappresentato dai dati raccolti sui propri utenti.

A febbraio anche lo European data protection board (Edpb) si è espresso in modo critico: “L’accumulo di dati personali sensibili di persone in Europa da parte di una grande azienda tecnologica americana potrebbe comportare un elevato livello di rischio”.

L’operazione Google–Fitbit ha suscitato la preoccupazione anche del regolatore Usa: il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti si è detto pronto ad aprire un dossier ipotizzando possibili problematiche antitrust.

La partita è sui dati sanitari

Fitbit ha venduto 100 milioni di dispositivi in grado di raccogliere dati di altissima qualità: una potenziale miniera d’oro per il settore sanitario, compresi ricercatori e assicuratori. La specializzazione di Google nell’estrazione di valore dai dati tramite l’intelligenza artificiale potrebbe fare il resto. Il valore della società dei wearable è sottolineato dal fatto che anche Facebook era in lizza per comprarla, secondo quanto riportato dai media Usa.

“La proposta di acquisizione di Fitbit fornirebbe a Google più potere nella gestione delle informazioni più sensibili, dalla posizione degli utenti ai dati sanitari, configurando così un aumento di potere nel mercato online”, ha affermato il deputato Democratico americano David Cicilline.

Il colosso di Mountain View è già nel mirino per l’accordo con l’azienda ospedaliera Ascension, una collaborazione sul cloud che potenzia l’accesso di medici e infermieri ai dati dei pazienti e ha messo in allarme per motivi di privacy.

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