“Il crowdfunding, grazie a un quadro normativo ormai vicino alla meta, rappresenterà uno strumento chiave per finanziare nuove idee, estendendo l’ecosistema virtuoso dell’innovazione. Ne potranno beneficiare le start up, ma anche le piccole e micro imprese, per finanziare modelli di business innovativi”: lo ha detto Stefano Venturi, responsabile Progetto attrazione investimenti e semplificazione di Assolombarda, intervenendo al convegno promosso dalla stessa Assolombarda in collaborazione con lo Studio Legale Osborne Clarke e Unicasim svoltosi oggi presso la sede degli imprenditori milanesi.
Il crowdfunding, letteralmente il “finanziamento da parte della folla”, è uno strumento nato sul web 2.0 che si è autoregolato sino ad oggi e che è diventato ancor più d’attualità dopo l’adozione di norme con le quali si è cercato di regolamentare l’incontro tra due mondi molto diversi tra loro: il web e gli investimenti finanziari.
L’Italia è stato il primo Paese al mondo a dotarsi di una legge e di un regolamento per disciplinare l’equity based crowdfunding, un modello di raccolta di fondi, sotto forma di investimenti di capitale, a sostegno dello sviluppo delle startup innovative. La scelta del legislatore è stata quella di consentire lo svolgimento dell’equity based crowdfunding anche a soggetti diversi dalle imprese a ciò tradizionalmente autorizzate, quali i gestori delle piattaforme online.
La Consob ha rilevato come tale scelta richieda una profonda attenzione nella definizione di regole idonee a fornire un adeguato livello di tutela dell’investitore non professionale, disciplinando l’operato dei gestori dei portali on line in maniera analoga a quanto previsto per i soggetti che svolgono servizi e attività d’investimento.
E proprio di tutti questi temi si è parlato al convegno odierno. “Accrescere il livello competitivo delle nostre imprese attraverso l’innovazione tecnologica: è questa la formula per sostenere la ripresa della nostra economia. L’Agenda Digitale italiana gioca un ruolo centrale in tale rilancio, stimolando il processo di trasformazione digitale e mettendo in luce quel potenziale finora inespresso di innovazione e creatività” ha dichiarato Stefano Venturi. “Oggi la vera sfida per le imprese italiane è la ridefinizione o la creazione di nuovi modelli di business abilitati dall’innovazione tecnologica e supportati da modalità collaborative e social basate su Internet”.
“Le startup sono il futuro della nostra imprenditoria e delle nostre pmi” ha dichiarato Alvise Biffi, presidente della Piccola Impresa di Assolombarda. “In questo senso il crowdfunding, che è un vero strumento di ‘contribuzione diffusa’ che può coniugare l’innovatività delle start up alle disponibilità di investimento del pubblico, deve essere considerato uno strumento flessibile di aiuto alla creazione e consolidamento di nuove imprese. È quindi importantissimo che tale flessibilità, sebbene regolamentata, venga mantenuta”.
“L’equity crowdfunding, raccogliendo risorse ‘dalla folla’, rappresenta un modo nuovo di finanziare le idee innovative – ha detto Alberto Baban, presidente del Consiglio Regionale Piccola Industria di Confindustria Veneto – e come ogni forma di ‘alternative financing’ è un elemento importante per garantire la stabilità dei sistemi finanziari sia in tempi di crisi che in prospettiva. L’Italia – ha proseguito – è, insieme agli Stati Uniti, il primo Paese a dotarsi di una legislazione primaria su questo fronte; ora, però, ferma restando la necessità di tutelare la ‘folla’ di investitori, non dobbiamo cadere nella tentazione di ricondurre uno strumento così innovativo nel rigido alveo della finanza tradizionale di tipo bancario o istituzionale – ha aggiunto Baban – perché ciò ne vanificherebbe le potenzialità, rendendo di fatto impossibile raccogliere risorse proprio per quelle startup innovative che il crowdfunding dovrebbe premiare”.
“Ben vengano nuovi strumenti per veicolare risorse alle startup con progetti di sviluppo, purché il processo di raccolta fondi sia chiaro e trasparente, a tutela dei risparmiatori e degli imprenditori. Non va dimenticato – ha detto Carlo Bonomi, vicepresidente Assolombarda con delega a Credito, Finanza e Fisco – che anche se questo strumento facilita l’incontro tra le idee progettuali innovative e la raccolta di capitali di rischio per finanziarle, non incentiverà l’investimento in Italia delle start up innovative e degli investitori esteri se non mutano i cosiddetti financial attractiveness indicators, quali i costi del lavoro, la burocrazia e la pressione fiscale. Perché il crowdfunding non risolve queste problematiche di contesto che, se permangono, toglieranno forza e credibilità a tale strumento nei confronti degli investitori, con conseguente perdita di un’ulteriore occasione di crescita”.
Al convegno sono intervenuti, inoltre, Ivana Pais, fondatrice di Italian Crowdfunding Network, Leonardo Frigiolini, presidente e amministratore delegato di Unicasim, Carlo Allevi, ideatore e fondatore della piattaforma di equity based crowdfunding WeAreStarting e Umberto Piattelli, partner dello studio legale Osborne Clarke e autore del libro “Il crowdfunding in Italia: una regolamentazione all’avanguardia o un’occasione mancata?”.