Assoprovider, l'associazione dei piccoli provider indipendenti,
ha segnalato all'Antitrust la presunta anticoncorrenzialità
dell'iniziativa
LaMiaImpresaOnline, lanciata a maggio da Google in
collaborazione con Seat Pagine Gialle, Poste Italiane e
Register.it. L'iniziativa si rivolge a tutte le imprese
italiane con l’offerta di un sito internet gratuito per un anno,
implementato da diversi servizi anch’essi gratuiti o in
convenzione forniti dai vari partner.
Assoprovider, che già a maggio aveva contestato
l'iniziativa, giudica LaMiaImpresaOnline "gravemente
lesiva della libera concorrenza all’interno del mercato di
riferimento di cui fanno parte numerosi players, quali web
agencies, web designer, registrar ed anche internet service
provider".
Il secondo aspetto segnalato è quello dell’abuso di posizione
dominante dei partner coinvolti, in particolare Seat Paginegialle e
Google.
"Il progetto – sostiene Assoprovider nella sua segnalazione –
ha destato immediato allarme e preoccupazione, anche al di fuori
dei nostri confini, negli operatori del settore a causa del
dilagante fenomeno Google in mercati che si trovano a monte o a
valle del suo principale ed originario business (i motori di
ricerca) ed anche per il fatto che lo stesso progetto è stato già
realizzato in altri paesi europei e non (v. la Gran Bretagna) in
cui ha avuto un esito devastante per il mercato".
"In particolare – spiega l’avvocato Michela Terribile
(TMT-Legal) – si è richiesto l’intervento dell’Autorità
Garante per la Concorrenza ed il Mercato per avviare una procedura
di accertamento su LaMiaImpresaOnLine al fine di verificare la
sussistenza della violazione degli artt. 2 e 3 della legge n°
287/1990 (abuso di posizione dominante e intesa restrittiva della
concorrenza)".
"Per quanto riguarda l’intesa in violazione dell’art. 2
della legge n° 287/1990, non vi sono dubbi che il Progetto in
questione sia perfettamente in grado, come minimo, di alterare la
libera concorrenza fra imprese, senza eliminarla forse, ma
certamente limitandola fortemente" aggiunge l'avvocato,
secondo cui "Viene impedita l’entrata di potenziali
concorrenti, e provocata l’uscita di quelli attuali mettendo a
repentaglio la sopravvivenza stessa di un’intera categoria
professionale (web agencies – web designer), oltre a quella di
altre categorie connesse. E’ facile comprendere come la
“gratuità” dell’offerta sia determinante per chi, privo del
peso di mercato di Google, Seat, Register.it e PosteItaliane, non
può permettersi di attivare una simile pratica
commerciale".