Le emittenti locali aderenti all'associazione Aeranti Corallo
chiedono di ripristinare i quadro normativo preesistente al decreto
sul rilascio delle frequenze da mettere all'asta Lte da cui il
governo intende incassare 2,4 miliardi.
L'associazione, si legge in una nota, "esprime un giudizio
assolutamente negativo", in quanto il decreto "modifica
le regole finora adottate per disciplinare il processo di
digitalizzazione, in base alle quali tutte le tv locali analogiche
sono diventate operatori di rete per la tv digitale terrestre in
ambito locale". Inoltre, l’iter procedimentale previsto dal
decreto legge "considerata la sua complessità, comporterà
tempi molto lunghi per il relativo completamento, con conseguente
danno sia per le imprese televisive, sia per l’utenza". Una
volta emanato dal Quirinale, ricorda l'associazione, il decreto
legge dovrà essere esaminato dalla Camera e dal Senato ai fini
della relativa conversione in legge entro il termine perentorio di
60 giorni (in mancanza di conversione lo stesso decadrà).
"L’impegno di Aeranti Corallo sarà massimo per ottenere il
ripristino del quadro normativo preesistente".
Il decreto legge approvato dal Cdm, dando attuazione a quanto
previsto dalla legge di stabilità 2011 (i canali 61-69 vengono
tolti alla tv e riservati alle Tlc) contiene norme relative a nuovi
criteri di digitalizzazione. La norma (non ancora emanata dal Capo
dello Stato e, dunque, non ancora pubblicata in Gazzetta ufficiale)
prevederebbe il rilascio delle frequenze, in ogni area tecnica, ai
soggetti già operanti in tecnica analogica che ne facciamo
ri-chiesta, utilmente collocati nelle graduatorie previste dal
decreto legge.
Tali graduatorie verrebbero predisposte sulla base di quattro
parametri: patrimonio al netto delle perdite; dipendenti a tempo
indeterminato; ampiezza della copertura della popolazione;
priorità cronologica di svolgi-mento dell’attività nell’area,
anche con riferimento all’area di copertura. I soggetti esclusi
dalle graduatorie potrebbero svolgere l’attività di fornitore di
contenuti, con norme relative alle modalità e alle condizioni
economiche da emanarsi dalla Agcom, sui multiplex dei soggetti che
avrebbero ottenuto l’assegnazione dei diritti di uso delle
frequenze sulla base delle graduatorie medesime.