Oltre al danno la beffa. A Roma non basta rimanere sotto il sole ad aspettare l’autobus di turno che non passa mai. Non basta dover fare i conti con le ferie estive degli autisti e le conseguenti corse ridotte dell’estate, come se a Roma non ci fossero lavoratori e soprattutto turisti nel mese di agosto. Non sono sufficienti le linee completamente soppresse, i mezzi infestati di scarafaggi e quelli in cui l’aria condizionata non funziona. E non basta nemmeno venire a sapere che su 100 veicoli 35 restano in deposito perché non funzionanti e che gli autobus guasti sono oltre 300, un terzo del parco mezzi operativo in estate. E che a settembre la situazione dovrebbe persino peggiorare (tanto per ricominciare la stagione con il giusto sprint): “Se continua così si rischia un settembre a piedi”, allertano dall’Azienda visti i 18 milioni mancanti per le attività di manutenzionale. Ma l’Atac, l’azienda dei trasporti capitolina, non si arrende all’evidenza della propria inefficienza.
Il direttore generale Marco Rettighieri dalle colonne del Corriere della Sera ha dichiarato che la situazione gli appare anomala – “sono sospetti, qualcosa non mi quadra” -. Il che ha già dell’incredibile, visto che l’anomalia è sotto gli occhi di milioni di cittadini. E sembra proprio che voglia distogliere l’attenzione dal dramma. L’Atac si prepara – siate pronti alla rivoluzione – a mettere fine al fenomeno dell’evasione, ossia del mancato pagamento dei biglietti. Detto che la questione esiste – gli evasori sono tanti e la mancanza di controllori non contribuisce all’effetto deterrenza – e che una soluzione vada evidentemente trovata, Rettighieri forse appare un po’ troppo ottimista sull’esito di un progetto che si annuncia rivoluzionario quanto inattuabile. Almeno a giudicare dall’attuale situazione di disastro. “Gli autobus avranno un sistema telematico di contapersone, esiste già in altre capitali europee”. L’adozione delle nuove tecnologie di sicuro rappresenta la chiave di volta ma da sole le tecnologie non bastano se ci si limita a contare chi ha o non ha il biglietto. Alla domanda “Che succede se i conti non tornano?” Rettighieri risponde: “Se i biglietti non corrispondono al numero di passeggeri a bordo salgono i controllori”. Ma davvero Rettighieri vuol farci credere che funzionerà? Ma ha idea l’amministratore delegato di Atac delle centinaia di persone ammassate sugli autobus capitolini nelle ore di punta (quelli che riescono a salirci sugli autobus)? E i controllori chi li ha visti mai? (chi scrive fa parte delle migliaia di pendolari costretti ogni giorno alla “sfida” mezzi pubblici). C’è personale disponibile? E’ possibile organizzare davvero la macchina? O si rischia che gli annunci restino sulla carta?