IL REPORTAGE

“Augmented” data, così Net Service scende in pista per l’Italia 4.0

Il System integrator bolognese punta sui dati arricchiti e aumentati in azienda per abilitare la smart manufacturing e sulle info condivise dalla PA per realizzare le smart city. Il suo DigitalHub cuore pulsante della strategia

Pubblicato il 16 Apr 2019

Annalisa Casali

Oracle-proxima-city

Dati aumentati e Open Data trasformano lo scenario economico e i servizi pubblici. Quali opportunità si aprono per aziende ed enti che investono nella trasformazione digitale che fa perno sulle Big Data Analytics e l’IoT? Temi molto cari al system integrator bolognese Net Service, che ha organizzato una due giorni sul tema ospitando presso il suo Digital Hub, nel centro del capoluogo emiliano, esponenti delle associazioni di categoria e della PA locale, vendor e consulenti ICT. All’interno di questo spazio, concepito per favorire la contaminazione delle idee, si promuove un approccio alla digital transformation basato sul concetto di “filiera corta”: esperienze ed eccellenze vengono condivise e messe a fattor comune per accorciare i cicli di innovazione. Si crea, così, un vero e proprio ecosistema in cui le aziende collaborano sperimentando gli approcci di open innovation. Un’innovazione pervasiva e diffusa che si fonda sulla valorizzazione dei dati. Dati arricchiti e aumentati in azienda per abilitare l’Industria 4.0 e lo smart retail. Dati aperti e condivisi dalla PA che trasformano le città in moderne smart city. Nelle urbanizzazioni più evolute, i servizi di mobilità intelligente, smart security e smart waste sono integrati in modo sinergico dando vita a vere e proprie città-piattaforma. I dati raccolti da sensori e videocamere smart possono essere incrociati e integrati con quelli provenienti dai social o dalle reti mobili per creare nuovi servizi a valore. Oracle, con la sua demo di Proxima City, ne ha offerto un “assaggio” ai partecipanti all’evento.

Bologna polo Europeo per i Big Data

«Oggi la sfida per le organizzazioni non è più avere accesso ai dati, ma riuscire a estrarre valore dai dati – spiega Enrico Folegani, Direttore Tecnico di Net Service –. La data integration è, quindi, un aspetto chiave dei processi di innovazione digitale, che richiede competenze specifiche non sempre facili da reperire». Data scientist, data analyst e data stewart, sempre più richiesti e che Net Service stessa contribuisce a formare nel suo Hub bolognese. D’altronde Bologna stessa si candida al ruolo di centro di riferimento europeo per i Big Data. Il Tecnopolo che sta sorgendo nell’area della ex Manifattura Tabacchi, ospiterà il Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF) e il data center del Cineca (Consorzio Universitario per il Calcolo Automatico) in un ambiente attrezzato per supportare le applicazioni di supercalcolo.

Il datacenter diventa un servizio

Scenari innovativi che cambiano anche i modelli di accesso e fruizione delle tecnologie digitali. Spazio, quindi, al cloud e al datacenter As a Service, dove banda, risorse di calcolo e spazio storage sono gestiti sotto forma di microservizi granulari facilmente personalizzabili e altamente scalabili. Per sfruttare pienamente i benefici dei dati aumentati, però, aziende ed enti non possono prescindere da infrastrutture solide e, in particolare, dalle reti broadband e mobile di nuova generazione. E mentre ancora ci si interroga sui benefici per la collettività degli Open Data, il futuro sembra appannaggio delle reti “ibride” di sensori, in cui i dati acquisiti dai privati sono a disposizione degli enti della PA e contribuiscono a migliorare la qualità dei servizi pubblici.

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