La neutralità tecnologica sia il faro dello sviluppo del mercato delle auto connesse. L’appello arriva da Asstel che esprime “la massima preoccupazione per le scelte che gli Stati membri merito alle tecnologie per le auto connesse”; l’associazione delle telco italiane chiede al Consiglio Ue e al Ministero dei Trasporti del Governo italiano “di non approvare la proposta della Commissione che viola il principio di neutralità tecnologica e mette a rischio la costruzione di infrastrutture digitali integrate a livello europeo e interoperabili nei territori con gli altri dispositivi per la sicurezza”.
È oggi in discussione al Consiglio una decisione che vincolerebbe l’utilizzo di alcune frequenze a specifiche tecnologie assimilabili al Wi-Fi (cosiddette Its-G5), che “verrebbero – spiega una nota Asstel – quindi privilegiate rispetto a tutte le altre, facendo perdere la prima grande occasione per mettere a frutto la tecnologia 5G che è preferibile perché gestita su frequenze licenziate secondo standard uniformi a livello europeo”.
“Viceversa la tecnologia Its-G5 infatti non è compatibile con la tecnologia 5G e porterebbe a duplicazione di infrastrutture, maggiori costi e rischi di discontinuità di servizio perché non uniforme sul territorio nazionale – evidenzia – Di conseguenza vi sarebbe anche un aggravio di costi per i gestori delle infrastrutture stradali, oneri che ricadrebbero sui costi del servizio al cittadino e sulla fiscalità generale.
Ieri l’Etno, che raccoglie le telco europee, aveva lanciato il medesimo allarme, insieme a Gsma e 5G Automotive.
I “leader industriali europei”, spiegava una nota dell’Etno, devono essere liberi di scegliere con quale tecnologia implementare il sistema C-Its scegliendo quella “più avanzata e attuale, ovvero la Cellular-vehicle-to-everything (C-V2x)“. La nuova regulation propone invece il wifi come standard d’elezione al quale gli altri dovranno essere resi compatibili e interoperabili, con condizioni che l’Etno definisce discriminatorie verso le tecnologie diverse o alternative. “Riteniamo che gli Stati membro debbano formalmente respingere la versione attuale del Delegated Act”, afferma il comunicato dell’Etno.
L’atto delegato andrebbe dunque modificato in modo da renderlo “technology-neutral” e “innovation-friendly”. Così come è formulata, la regulation “non garantisce la neutralità tcnologica, perché ignora il fatto che sono emerse negli scorsi anni tecnologie più nuove che possono accelerare la penetrazione di mercato del C-Its e la generale sicurezza sull’ecosistema globale”.
Un numero crescente di costruttori d’auto in diverse regioni del mondo, tra cui Cina e Stati Uniti, stanno migrando dal wifi alla C-V2x, sottolinea l’Etno. La tecnologia C-V2x è “matura e pronta alla commercializzazione” e, “considerato il contesto globale e gli sviluppi in corso, l’Europa rischia di isolare la sua industria automotive a causa del technology lock-in”.
Nei giorni scorsi il Parlamento europeo – accogliendo la linea della Commissione – ha dato il via libera allo sviluppo di uno standard per le auto connesse basato sui protocolli wifi già affermati (in particolare lo 802.11p), privilegiandoli rispetto alle soluzioni 5G-Cellular-V2x. Ora, se non vi sarà alcun veto dal Consiglio, la misura procederà senza ostacoli. La Commissione aveva già approvato una serie di regole che favorivano lo standard wifi e la commissaria per i Trasporti, Violeta Bulc, ha sottolineato che si tratta di una tecnologia “economica e semplice da implementare”.
Per Etno e le altre associazioni, tuttavia, solo l’approccio technology-neutral potrà rendere realtà i nuovi trasporti sicuri e intelligenti, all’interno di un ecosistema che include pedoni e ciclisti e che stimola l’innovzione sia nell’industria automobilistica che in quella Ict. Occorre evitare di creare restrizioni all’accesso di mercato per gli standard globali più avanzati.