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Automotive e fintech, la “strana coppia”: così le auto diventano banche

La digital transformation sta mettendo in connessione settori prima molto lontani tra loro. L’esempio più interessante? La tecnologia automobilistica applicata alla finanza che facilita la vita degli utenti e apre nuovi business

Pubblicato il 09 Ago 2017

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Il mondo dell’automotive sta diventando pioniere di innovazione. Chi, solo qualche anno fa, riteneva che si trattasse di un mercato ormai maturo rischia di restare deluso: nel settore si stanno sperimentando tecnologie, servizi e prodotti disruptive, dall’auto connessa fino alla self driving car. A spiegare cosa sta succedendo un articolo su EconomyUp, in vista dell’evento EY Capri Digital.

L’interessante evoluzione finisce per incrociare la strada con industrie un tempo ritenute lontanissime. Un esempio su tutte il fintech che sta interagendo con l’automotive soprattutto per quanto riguarda i pagamenti in mobilità.

Secondo Suresh Ramamurthi, president e Chief Technology Officer (Cto) di CBW Bank, una piccola banca di Weir (Stati Uniti) a cui si affidano molte startup del fintech, in un prossimo futuro le automobili saranno in grado di immagazzinare i profili dei loro guidatori, ricavare una mappa dei loro percorsi abituali ed evidenziare qualsiasi cosa che richieda un pagamento lungo il tragitto, che sia un pedaggio autostradale o un caffè all’autogrill. Brett King, co-founder e Ceo della startup di mobile banking Moven e autore di “Augmented: Life in the Smart Lane“, ritiene che tra 5-7 anni le autovetture e le stazioni di rifornimento saranno in grado di comunicare l’una con l’altra e si occuperanno direttamente del pagamento. Ma già esistono esperimenti concreti in questo senso.

IS, società internazionale che fornisce tecnologia per i servizi finanziari, sta sviluppando insieme a SAP una piattaforma chiamata BuyWay che renderà il cliente o il guidatore in grado di pagare la benzina o di dare disposizioni per il lavaggio dell’auto senza neppure alzarsi dal sedile. È una tecnologia che si attiva con la voce: l’impronta vocale (come se fosse un’impronta digitale) sarà in grado di verificare l’identità della persona e/o certificherà il pagamento, in modo da renderlo “hands-free”.

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