Ho dovuto viaggiare in auto dalla Maremma all’Adriatico, un lungo viaggio per monti e per valli attraverso strade che avevo percorso giovane in motocicletta, come Bocca Trabaria (Arezzo-Urbino). Ho evitato per questo autostrade e superstrade. Non avevo il navigatore e il viaggio si è tramutato in un tormento. Comuni e comunelli hanno installato per ogni dove micidiali Autovelox. Piazzano un severo limite di 50 km/h e, se non stai attento, cadi nella trappola.
A tutt’oggi non ho la sicurezza di averli evitati tutti, ma ho rimpianto il navigatore con i suoi avvisi che, almeno, ti proteggono un poco: comunque addio percorsi per stradine e altre piacevolezze. Mentre mi destreggiavo in questa giungla di divieti e di cartelli, ho pensato al segnalamento ferroviario e alla ripetizione dei segnali in cabina (Rsc), con eventuale blocco automatico: un sistema elettromeccanico ormai collaudatissimo che permette di eliminare problemi di foschia, di scarsa visibilità del segnale ecc. Con il blocco automatico se il macchinista non si comporta in modo conforme (ad esempio aumentando la velocità invece di ridurla) il treno si ferma automaticamente.
Mi domandavo cosa impedisce la ripetizione dei segnali (stradali) sul cruscotto delle vetture. È vero, la linea ferroviaria è alimentata con corrente alternata a basso voltaggio, ma perché non provare ad equipaggiare i segnali stradali più importanti con sensori Rfid che vengono ripetuti sul cruscotto?
Se così fosse, la centralina elettronica della macchina potrebbe intervenire in carenza del guidatore, ad esempio riducendo la velocità o, al limite, arrestando la marcia. Certo, non sarebbe facilissimo, ma non è facile nemmeno telefonare o connettersi a internet in wi-fi o via satellite. Perché non provarci? Perché la tecnologia deve servire solo a punirmi per eccesso di velocità?
La quantità di informazione che può entrare nell’abitacolo è assai importante per la sicurezza e la fluidità della circolazione. Segnalare in tempo reale un intasamento e aggiornare contestualmente il navigatore suggerendo il miglior percorso nelle condizioni di traffico di quel momento. Si potrebbe monitorare il motore in tempo reale, come si fa con un paziente in rianimazione, e tarare le prestazioni che l’utente richiede al veicolo in base alle condizioni del veicolo, dei livelli del carburante e del lubrificante; ma anche alle condizioni meteo e del fondo stradale. Non è facile certo, ma non impossibile in un mondo ormai dominato da tecnologie wireless. Spero vivamente che qualche lettore mi dica che tutto questo esiste già, e sono io che non me ne sono accorto. Grazie; ma non mi fate spendere per questo 50.000 euro, mettetelo anche nelle utilitarie come la mia.