Il gruppo di media tedesco, Axel Springer Verlag, è entrato con una quota marginale nel capitale di Uber, colosso americano di noleggio auto via app, oggetto di molte polemiche e divieti in diversi Paesi europei. La notizia, rivelata dal portale online t3n.de, è stata confermata dal gruppo berlinese di media: “Si tratta – ha detto un portavoce di Springer – di una partecipazione finanziaria e non di un investimento strategico”.
La quota sarebbe “minima come già successo con AirBnB” nel 2012. Springer non ha voluto fornire dettagli né sull’ampiezza della quota né sul momento dell’acquisto che non era stato reso noto in precedenza, e ha precisato che non è previsto un aumento della quota. Di recente, tuttavia, era stato annunciato che Kai Diekmann, ex-manager di Springer e direttore del quotidiano popolare, Bild, era diventato consulente di Uber dopo aver lasciato Springer a fine gennaio.
La società californiana ha spiegato che l’azienda “rinnova l’impegno di lungo termine sull’Europa e sulla missione di rendere le strade e le città europee più sicure, pulite e accessibili. L’investimento del gruppo editoriale digitale Axel Springer è un ulteriore esempio di un gruppo tedesco leader che condivide questa visione”.