La moneta della banca centrale “rappresenta il riferimento fondamentale per tutte le altre forme di moneta nell’economia” e “assume un rilievo fondamentale per la trasmissione della politica monetaria, per garantire il valore della moneta e la sovranità monetaria“. E’ quanto ha detto Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, nel suo intervento presso l’istituto reale Elcano di Madrid, spiegando che data la rapida digitalizzazione dei pagamenti, le banche centrali devono prepararsi ad affrontare un futuro caratterizzato da un minor uso del contante, in cui la convertibilità della moneta privata in moneta sovrana dovrà essere garantita da una moneta pubblica sotto forma digitale.
Euro digitale strumento di pagamento per tutti
Per questo motivo, spiega Panetta, “l’affermazione secondo cui l’ampia disponibilità di mezzi di pagamento digitali privati renderebbe superflue le valute digitali delle banche centrali non tiene nella dovuta considerazione il ruolo essenziale svolto dalla moneta sovrana nel sistema dei pagamenti e più in generale nel settore finanziario”.
I consumatori saranno disponibili ad avvalersi della nuova moneta digitale “se potranno utilizzarlo in modo diffuso presso gli esercizi commerciali. Al tempo stesso, i commercianti vorranno la certezza che i consumatori lo useranno. A loro volta, gli intermediari si impegneranno a distribuire l’euro digitale se così facendo otterranno benefici superiori ai costi. E’ pertanto essenziale garantire un prodotto utile a tutti i soggetti interessati”. E’ per questo che “stiamo lavorando per rendere l’euro digitale
un mezzo di pagamento per tutti – famiglie, imprese, commercianti, intermediari. Per offrire al sistema
finanziario un’ancora monetaria nell’era digitale”.
Digital coin europea, un’àncora per il sistema monetario
“La fiducia che i cittadini ripongono in ciascuna tipologia di moneta emessa da privati – ha sottolineato Panetta – si fonda innanzi tutto sulla possibilità di convertirla uno a uno, al valore nominale, nella forma più sicura di moneta esistente nell’economia, ovvero appunto la moneta pubblica emessa dalla banca centrale, l’ancora del sistema monetario”.
Oggi, a fronte della rivoluzione digitale in atto, quasi la metà dei consumatori europei dichiara che, potendo scegliere, opterebbe per strumenti di pagamento alternativi al contante. Inoltre, dal 2015 a oggi nell’area dell’euro le vendite online sono raddoppiate. Il contante è usato sempre più come riserva di valore e sempre meno come mezzo di pagamento, soprattutto dopo lo scoppio della pandemia.
Garantire un prodotto utile per tutti i soggetti
Se da un lato lo stock di contante ha continuato ad aumentare, alimentato dall’incremento della domanda a scopo precauzionale, dall’altro lato la quota delle banconote detenute a fini transattivi si è ridotta al 20% dal 35% di 15 anni fa. “Se queste tendenze dovessero proseguire, accentuandosi – ha agginto Panetta – il contante perderebbe il suo ruolo centrale, divenendo un mezzo di pagamento poco
utilizzato in quando non conforme con le esigenze dei consumatori. Così come i francobolli hanno progressivamente perso la loro utilità con l’avvento di Internet e della posta elettronica, anche il contante rischia di perdere rilevanza in un’economia digitale“.
Oltre che sui punti di forza tipici della moneta sovrana, il successo dell’euro digitale dipenderà dalle condizioni per il suo utilizzo. “Oltre a essere privo di rischi – ha concluso Panetta – esso dovrà essere uno strumento di pagamento efficiente, ampiamente disponibile e agevolmente utilizzabile da chiunque per effettuare transazioni elettroniche. E’ pertanto essenziale garantire un prodotto utile a tutti i soggetti interessati”.