Dalle grandi opere ai piccoli cantieri, dall’impulso allo sviluppo della banda larga alla lotta alla burocrazia, dalla difesa e promozione del made in Italy alla sforbiciata alle partecipate degli enti locali. E poi la dismissione degli immobili pubblici, il rilancio degli investimenti, la spinta all’edilizia. Sono i principali capitoli che fanno parte del decreto Sblocca Italia che all’esame del Consiglio dei ministri, chiamato a decidere se vararlo così com’è o farne passare una versione “alleggerita” e più snella, da una parte per superare le eventuali resistenze del Quirinale, tradizionalmente poco propenso ad accettare i cosiddetti “decreti omnibus”, sia perché le coperture per alcuni provvedimenti potrebbero arrivare soltanto in un secondo momento con la legge di stabilità.
Quanto alla banda larga, il decreto prevede facilitazioni e semplificazioni per la posa in opera delle reti. Un incentivo, al 70 o al 50% per la banda larga e ultralarga, per investimenti nelle “aree bianche a fallimento di mercato”, dove cioè non sarebbe redditizio l’investimento privato. Questa ultima norma, prevista nelle bozze, è controversa e potrebbe saltare.
Nella bozza anche le norme sblocca-burocrazia da procedure semplificate per i “cantieri minori”, tra 200mila e 1 milione di euro, all’elenco delle opere per cui non servirà più l’autorizzazione paesaggistica fino al superamento rapido degli stop ai lavori quando si scoprono sui cantieri reperti archeologici.
Nel campo della spinta agli investimenti, il decreto prevede il potenziamento del ruolo di Cdp a supporto dell’economia, oltre che misure per favorire le partnership pubblico-privato. In arrivo anche la defiscalizzazione per gli investimenti infrastrutturali in finanza di progetto, miglioramento della bancabilità dei progetti, rilancio dei project bond, che a oggi sono stati usati soltanto per il passante di Mestre.
Il piano prevede inoltre misure su cantieri e grandi opere, quelle per accelerare
gli interventi contro il rischio idrogeologico (2,3 miliardi da sbloccare), il cosiddetto “pacchetto casa(regolamento unico per l’edilizia, semplificazioni dei permessi per costruire e nuove norme per le Siiq). Quanto al Demanio, la bozza prevede l’istituzione di una orsia preferenziale per chi ha progetti senza oneri per lo Stato per lo sviluppo di beni pubblici non utilizzati. Poi il Piano porti, la sforbiciata alla partecipate, le misure per la promozione del Made in Italy, la spinta agli investimenti per sviluppare le risorse geotermiche, il modello di governance per le aree di crisi industriali e la cosiddetta “norma Alitalia” per prorogare al 2017 gli sgravi fiscali sull’indennità di volo.