”La consultazione pubblica sulla Banda ultralarga serve ad accertare dove gli operatori intendono investire con le risorse proprie. Serve a stabilire dove c’è il fallimento di mercato ed è dunque legittimo avere gli incentivi. Il governo deve accertare non in quali città, ma in quale esatte aree si investirà”. Lo ha detto Franco Bassanini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, a margine di un convegno organizzato a Roma da Ernst&Young, commentando la riapertura delle consultazione pubblica sul piano per lo sviluppo della banda ultralarga in Italia, seguito all’annuncio di Telecom di investimenti in 40 città.
Metroweb, società partecipata da Cdp “interverrà prevalentemente nelle aree a fallimento di mercato – ha continuato Bassanini – per dare il maggior contributo possibile all’attuazione integrale del piano di governo”
Ad annunciare la riapertura della consultazione era stato ieri Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico: “l’incumbent ha chiesto di poter aggiornare il suo progetto con 40 città”, aveva detto Giacomelli puntualizzando che la consultazione, aperta agli operatori del settore, “durerà qualche giorno, il tempo utile per un aggiornamento del quadro degli interventi che gli operatori di tlc hanno in mente di fare. Lo facciamo con soddisfazione perché solo il varo del piano sulla banda ultralarga produce continui aggiustamenti al rialzo da parte degli operatori”.
Riguardo ai destinatari degli incentivi per gli operatori che realizzeranno interventi nelle aree previste dal piano ultrabroadband Giacomelli ha detto che “chiunque ha le caratteristiche può scendere in campo”. Nel “chiunque” è inclusa anche l’Enel, l’azienda su cui sono puntati i riflettori dopo che indiscrezioni di stampa l’hanno annoverata fra quelle disponibili a prendere parte al piano del governo. “L’obiettivo entro il 2020 è che l’Italia abbia una rete, un’infrastruttura che risponda ai parametri europei”, aveva sottolineato.