IL COMMENTO

“Banda larga, l’Europa promuove nuovi monopoli”

Il “caso” Stokab, provider pubblico svedese dell’Ftth, nel mirino di Strand Consult: riceve indebiti aiuti di Stato, in violazione delle regole Ue. “Le telco non hanno bisogno di sussidi pubblici e l’Ftth non è una tecnologia future proof”

Pubblicato il 04 Feb 2016

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Nuova bacchettata alla Commissione europea e alle politiche Ue sulla banda larga da parte degli analisti di Strand Consult che non perdono occasione per sottolineare il ritardo europeo rispetto agli Stati Uniti. Ora nel mirino di Strand finisce lo European Broadband award, il premio creato lo scorso autunno dalla Commissione che ha selezionato come vincitori cinque progetti nella banda larga tra cui Stokab, il progetto Ftth della città di Stoccolma, di proprietà dell’amministrazione della capitale svedese.

Dal punto di vista della Commissione, Stokab emerge come iniziativa particolarmente meritevole per la qualità del servizio e l’idea “future proof”, ma per Strand, Stokab rappresenta una stridente contraddizione con la normativa dell’Ue volta a impedire che aiuti di Stato intervengano a escludere dal mercato l’iniziativa privata nel settore della banda larga. Il “caso” Stokab sarebbe in aperto contrasto con le regole Ue che vietano l’impiego di finanziamenti pubblici contro attori privati che hanno investito nell’infrastruttura di banda larga.

Spiega Strand che Stokab è una “dark fiber company” creata nel 1994 a Stoccolma, città con 840.000 abitanti e 450.000 abitazioni, di cui 400.000 possono essere coperte dall’Ftth. Stokab copre l’90% della capitale svedese e la normativa cittadina vieta l’esistenza di reti concorrenti in diverse zone in cui opera Stokab. L’amministrazione locale elimina la concorrenza con diverse altre misure restrittive che proteggono i suoi investimenti; in più la città di Stoccolma può imporre tasse ad hoc ai suoi cittadini per recuperare le perdite di Stokab, che ha un bassissimo ritorno sull’investimento e livelli di redditività “che nessuna società privata accetterebbe”.

Stokab opera all’interno di una serie di condizioni di vantaggio che gli operatori privati della banda larga non possono nemmeno sognare”, commenta Strand. Per gli analisti Stokab è tutt’altro che una success story; in più l’Ftth non può essere considerata una tecnologia “future proof” come l’ha definita la Commissione Ue perché le tecnologie per il broadband sono tante e in competizione: “Il business case per le nuove implementazioni Ftth è sempre più difficile da sostenere”, scrive Strand.

“Il mondo ha bisogno di modelli praticabili per la realizzazione della banda larga e Stokab non è un modello da seguire”, continua la nota di Strand. “Né Stokab rappresenta un’opzione legale per molte città d’Europa. Con Stokab la Svezia è passata da un monopolio a un altro nelle telecomunicazioni quando il vero obiettivo di un regolatore telecom è far passare il mercato da un regime di pieno monopolio a quello di una piena, libera, concorrenza”. Per Strand, la Commissione europea ha premiato Stokab senza nemmeno informarsi con precisione su questo progetto e capire che viola le regole europee; anzi, gli analisti lamentano di aver chiesto tanto all’esecutivo Ue che al provider svedese maggiori dettagli sulle motivazioni del premio e il modello di business e di non aver ottenuto risposta.

“L’industria telecom è altamente profittevole, non c’è motivo di sostenerla con aiuti di Stato”, osserva Strand. “Dare sussidi alle telco o alle utiliy, che sono oggi i nuovi entranti del settore delle telecomunicazioni, è come dare sgravi fiscali ai ricchi”. Nel mondo ci sono molti player dei settori telecom e energia che hanno abbastanza clienti e fatturato da coprire anche gli investimenti nelle aree remote, concludono gli analisti; Strand Consult è a favore di un modello “carota e bastone” in cui attori del governo e industria dialogano su quello che possono fare l’uno per l’altra e viceversa, senza che il governo spenda in sussidi per “player di mercato che hanno già entrate e flussi di cassa molto consistenti”.

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