NUOVE RETI

Banda larga, lo scontro Telecom-Bassanini arriva alla Consob

Il gruppo guidato da Patuano ha segnalato all’authority le parole del presidente di Cdp secondo cui la rete in rame sarebbe stata “sopravvalutata” nel bilancio. Ma il manager pubblico si difende: “Mai dato giudizi sui conti”

Pubblicato il 20 Mag 2015

La polemica sulla banda larga tra Telecom Italia e Cdp finisce sul tavolo della Consob. Telecom “ha presentato a Consob una segnalazione per la valutazione, da parte della Commissione, delle determinazioni di competenza”, in “relazione alle dichiarazioni riportate da alcuni organi di stampa e attribuite a Franco Bassanini, presidente di Cdp e di Metroweb Spa”. Nei giorni scorsi, in occasione di un convegno, Bassanini aveva sottolineato che “secondo alcuni tecnici la rete in rame di Telecom Italia sarebbe stata sopravvalutata in bilancio, con un goodwill molto notevole”.

“Apprendo dai giornali di oggi che, secondo un esposto di Telecom Italia alla Consob, avrei messo in dubbio la veridicità dei bilanci della medesima Società -dice Bassanini in una nota – In realtà in un convegno scientifico presso l’Università’ Luiss avevo lunedì esposto le difficoltà incontrate nel tentativo di implementare la soluzione indicata alcuni mesi fa come preferibile dalle due Autorità competenti nel settore, Agcm e Agcom, cioè quella di provvedere alla infrastrutturazione di nuova generazione in fibra ottica mediante una società delle infrastrutture non verticalmente integrata ma partecipata da tutti i maggiori operatori dei servizi di telecomunicazione oltreché da investitori finanziari di lungo termine in grado di offrire identiche condizioni di accesso a tutti gli operatori del settore.

“Tra queste difficoltà avevo indicato la “legittima” preoccupazione di Telecom Italia di salvaguardare il valore di un suo asset fondamentale, la rete di accesso secondario in rame, valore che potrebbe essere eroso da una rapida estensione delle reti in fibra, incentivata dal Piano Banda ultra larga del Governo – prosegue Bassanini – Le mie affermazioni, peraltro, non hanno avuto alcun effetto negativo sul titolo Telecom, che al contrario nella giornata di martedì ha avuto un andamento largamente positivo e superiore alla media del mercato azionario. Ogni altro eventuale effetto è certamente responsabilità non mia ma evidentemente di chi, alle mie affermazioni, ha attribuito una interpretazione estensiva, attribuendomi giudizi sui bilanci Telecom che non ho dato e non intendo dare”.

Le strade tra la società guidata da Marco Patuano e la Cassa si erano incrociate intorno al dossier Metroweb, la società partecipata da F2i e da Fsi, deputata a realizzare il piano della banda ultralarga a cui sta lavorando il governo. In particolare Telecom puntava, nell’arco di 5 anni, a salire al 100% della newco che operativamente avrebbe cablato il territorio nazionale; una soluzione che non è mai piaciuto a Cdp che ha sempre preferito una soluzione “di condominio” tra i diversi operatori di tlc. Telecom non è comunque l’unica società ad essere interessata a Metroweb. A marzo F2i ha siglato una lettera di intenti con Vodafone la quale si è dichiarata disponibile ad entrare nel progetto Metroweb. Sullo sfondo restano poi le indiscrezioni di stampa secondo le quali nella partita della banda ultralarga potrebbe entrare anche Enel.

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