È in corso la consultazione sulla strategia italiana per la banda ultralarga, un documento con obiettivi e ambizioni di politica industriale, da cui dipenderà lo sviluppo delle infrastrutture di nuova generazione nel nostro Paese.
L’obiettivo, sicuramente ambizioso, è di puntare direttamente al superamento della soglia dei 100 Mbps per arrivare ad un livello di copertura dell’85% della popolazione, annullando il gap rispetto ai Paesi europei più avanzati.
Tra gli aspetti più interessanti vi è sicuramente la segmentazione dell’Italia in quattro cluster, che rispecchiano di fatto le diverse condizioni per la realizzazione di nuove infrastrutture. Come sempre, il primo parametro che guida la realizzazione delle reti di telecomunicazioni sono le economie di densità e, quindi, i quattro raggruppamenti di città vanno dalle prime 15 aree urbanizzate (cluster A), fino ai comuni più remoti che contraddistinguono il cluster più critico (cluster D, con circa 4.300 comuni) e per il quale sarà molto difficile andare oltre le soluzioni radio che garantiranno comunque il superamento del secondo degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea (30 Mbps).
I due cluster estremi rappresentano entrambi circa il 15% della popolazione, ma nel primo sono già attivi i principali operatori con i propri progetti Fttc, mentre nell’ultimo si lotta ancora per il completo annullamento del digital divide infrastrutturale di prima generazione. Il cluster B è fatto di poco più di 1.100 comuni, con il 45% della popolazione ed è in buona parte oggetto di progetti di infrastrutturazione Fttc. Infine, il cluster C è costituito da 2.650 comuni (25% della popolazione), che rappresentano aree scarsamente appetibili per gli operatori privati e necessitano probabilmente di interventi diretti da parte del pubblico. In quale città volete vivere?