L’INDAGINE

Banda larga, troppi “costi nascosti” per cambiare operatore o disdire l’abbonamento



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Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Tariffe di Segugio.it, a differenza di quanto avviene nel settore della telefonia mobile in quello delle reti fisse c’è minore chiarezza sulle spese da tenere in considerazione a partire dalle rate dei modem e dal contributo di attivazione. Ecco a che cosa bisogna fare attenzione

Pubblicato il 11 feb 2025



Segugio.it

Il recesso da un abbonamento per la connessione Internet a casa comporta un costo di disattivazione anche di sol 16 euro, ma esistono dei “costi nascosti”, per cui l’importo effettivo da pagare per il passaggio a un altro operatore o per la cessazione della linea fissa potrebbe essere sensibilmente superiore, come emerge dalla nuova indagine dell’Osservatorio Tariffe di Segugio.it.

A differenza di quanto avviene nel settore della telefonia mobile, dove il meccanismo di cambio operatore è alla base delle dinamiche del mercato, grazie anche a una stragrande maggioranza di tariffe ricaricabili e non in abbonamento, nel settore delle connessioni di banda larga fissa c’è una minore chiarezza sui costi da tenere in considerazione quando si ha la necessità di cambiare operatore o di richiedere la cessazione di una linea.

Telefonia fissa, ancora costi nascosti per uscire dall’abbonamento

In passato, in particolare, tantissimi abbonamenti avevano vincoli e costi nascosti che riducevano la convenienza del passaggio a un altro operatore e a un’offerta più vantaggiosa, dal punto di vista economico e/o per quanto riguarda i contenuti inclusi.

Oggi il mercato delle telecomunicazioni, anche grazie all’intervento di Agcom, è diventato più trasparente per quanto riguarda i costi di uscita da un abbonamento di rete fissa. Le insidie, però, ci sono ancora.

L’Osservatorio Tariffe di Segugio.it ha analizzato il costo di disattivazione e gli altri costi aggiuntivi da tenere in considerazione quando si esercita il recesso da un abbonamento di rete fissa. Oltre al contributo di disattivazione, che, come prevede la normativa, non può superare l’importo di un canone mensile, ci sono altri elementi da tenere in considerazione.

La disattivazione costa solo 16 euro. In teoria

Sulla base dei dati raccolti a febbraio 2025, un abbonamento di rete fissa ha un costo medio per il primo anno di 26,16 euro al mese. Volendo considerare le sole offerte Internet casa che garantiscono una connessione tramite rete Ftth, il costo medio mensile per il primo anno di abbonamento sale fino a 26,57 euro al mese. Seguendo quanto previsto dalla normativa, la maggior parte degli operatori prevede un contributo di disattivazione per i loro abbonamenti.

Tale contributo risulta essere pari a 16,39 euro in caso di passaggio ad altro operatore oppure a 20,47 euro nel caso in cui il cliente richieda la cessazione della linea, quindi rinunciando al passaggio. In entrambi i casi, viene rispettato il vincolo massimo definito dalla normativa che impone un tetto pari al canone mensile dell’abbonamento per cui si richiede il recesso.

Ci sono, però, altri costi da tenere in considerazione. Si tratta dei cosiddetti “costi nascostirappresentati dalla rateizzazione del costo del modem (e di altri apparati di connessione quando si sceglie un’offerta Fwa) o del contributo di attivazione. Le rate di modem e attivazione possono essere nascoste all’interno del canone mensile, rappresentando un costo aggiuntivo nel caso in cui il cliente richieda il recesso prima di 24 o 48 mesi (in base alla rateizzazione definita dall’operatore).

Attenzione alle rate del modem e al contributo di attivazione

Nel 25% delle offerte considerate, ad esempio, nel canone è inclusa la rata del modem proposto in vendita abbinata. Andando a richiedere la disattivazione dell’abbonamento dopo 12 mesi, il cliente dovrà versare un importo aggiuntivo pari, in media, a 213,88 euro (con la possibilità di richiedere all’operatore di continuare con il pagamento rateizzato invece che optare per il saldo in un’unica soluzione).

Una porzione ridotta di offerte, il 12% del campione, include, invece, il contributo di attivazione nel canone mensile. In caso di recesso dopo 12 mesi, l’importo da pagare risulta essere pari a 80 euro. Sia per il modem che per l’attivazione, l’importo da saldare si riduce nel corso dei mesi, fino ad azzerarsi del tutto. Il recesso richiesto dopo aver saldato tutte le rate, quindi, sarà accompagnato dal pagamento del solo contributo di disattivazione.

Per i consumatori che optano per la disdetta di un contratto Internet casa c’è un altro fattore da considerare nella valutazione dei costi di uscita da un abbonamento. Si tratta della penale per mancata restituzione del modem o di altri apparati di connessione. In questo caso, il costo varia da operatore a operatore e anche in base all’offerta scelta e al modem proposto a noleggio o in comodato d’uso.

Anche se non è possibile evidenziare un costo medio da sostenere in caso di mancata restituzione del modem, per via dei tanti fattori in gioco (bisogna sempre valutare caso per caso), è importante sottolineare il fatto che, al fine di evitare addebiti aggiuntivi, gli utenti hanno sempre la possibilità di contattare il servizio clienti del proprio operatore (prima o anche subito dopo aver richiesto il recesso) per ottenere tutte le informazioni necessarie e restituire, entro i tempi previsti dal contratto, gli apparati di connessione.

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