Non è del tutto positivo il giudizio del Movimento 5 Stelle sul piano per la banda ultralarga il cui varo è atteso per stasera: in quel piano, dicono, sono state individuate aree a fallimento di mercato dove però risiede il 40% della popolazione italiana.
“Vogliamo una società pubblica della rete” si legge in un comunicato diffuso dai deputati M5S della IX Commissione. “L’abbiamo chiesta per primi, oltre tre mesi fa – prosegue il testo – quando abbiamo portato in Aula la nostra mozione per l’urgente creazione di una Società della rete a maggioranza pubblica, unica efficace alternativa per ridurre a tappe forzate il digital divide infrastrutturale del nostro Paese. Oggi il Governo varerà nell’odierno cdm il Piano strategico per la banda ultralarga e se non dovesse cambiare nulla rispetto alla bozza in consultazione, non possiamo esprimere un giudizio totalmente positivo”.
“Siamo d’accordo – continua il testo – sulla decisione di spingere gli investimenti in fibra nel nostro Paese, valorizzando e potenziando Metroweb, la società della rete guidata da Cassa depositi e Prestiti, purché lo Stato mantenga la maggioranza azionaria e quindi il controllo della Società.”
“Accogliamo con piacere – proseguono i pentastellati – l’abbandono dell’ipotesi iniziale dello switch off della rete in rame, poiché attualmente garantisce ancora importanti potenzialità di sviluppo. In Italia grazie alla breve distanze tra le case e le cabine di strada, la velocità di connessione potrebbe attestarsi tra i 60 e i 100 Mbps. Esistono inoltre tecnologie altamente potenzianti della rete in rame (come il vectoring e il Gfast) che potrebbero portare il vecchio doppino a comunicare fino a 500 Mbps.
Ciò che ci preoccupa, invece, è la significativa presenza di aree a fallimento di mercato individuate nella bozza del piano banda ultralarga del Governo: si tratta di aree marginali dove risiede il 40% della popolazione italiana che difficilmente saranno coperte da reti tra i 30 e i 100 Mbps senza un deciso intervento pubblico”.