I DATI

Banda ultralarga, Eurostat: solo per il 44% degli italiani, Ue oltre il 70%

Le rilevazioni riguardano il periodo 2013-2021, manca dunque all’appello il “boost” dal Covid in poi. Dall’aggiornamento del Desi siamo fra le prime posizioni per infrastrutturazione Ftth ma non basta

Pubblicato il 22 Ago 2022

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Tra il 2013 e il 2021, l’Italia ha portato al 44% la quota di popolazione dotata di connessioni Internet ad alta velocità. Lo rileva Eurostat che sottolinea come il dato italiano sia inferiore alla media continentale. Da segnalare che mancamo all’appello i dati del boost legato al Covid e agli effetti su reti e servizi digitali.

Nel periodo compreso tra il 2013 e il 2021, infatti, il 70,2% delle famiglie dell’Unione Europea è stata dotata di una copertura Internet ad alta velocità. Si tratta di un datomero in netto aumento rispetto al solo 16% rilevato nel 2013.

Malta è capofila di questa speciale classifica, dato che l’isola ha registrato una copertura del 100% delle famiglie. Seguono Lussemburgo (96%), Danimarca (95%) e Spagna (94%). Le peggiori performance, detto dell’Italia, sono relative a Grecia (20%) e Cipro (41%). La Commissione Europea, va ricordato, ha fissato l’obiettivo di dotare di connessioni ad alta velocità e di copertura 5G tutte le famiglie dell’Ue entro il 2030.

I dati del Desi

I dati di Eurostat sono allineati con quelli del Desi, l’indice Ue che fotografa il livello di digitalizzazione degli Stati membri. Nella classifica riguardante la connettività, seppure l’Italia è balzata dal 23° al 7° posto in un anno, gli indicatori sono inferiori alla media dell’Ue, soprattutto per quanto riguarda l’adozione complessiva della banda larga fissa (66% in Italia, contro il 78% nell’Ue)

Rimangono alcune carenze anche per quanto riguarda la copertura delle reti ad altissima capacità, che è ancora molto indietro rispetto alla media Ue – 44% contro il 70% – nonché rispetto all’obiettivo del decennio digitale di una copertura universale entro il 2030.

I passi avanti più significativi sul 5G la cui copertura è passata dall’8% delle aree popolate al 99,7%, cifra che include la percentuale di copertura 5G fornita dalla tecnologia di condivisione dello spettro. L’aumento può essere attribuito anche agli obblighi di copertura e di utilizzo dello spettro legati ai diritti d’uso delle “bande pionieristiche” 5G assegnati nel 2018.

Ma secondo la Commissione europea il gap su questi fronti si potrà colmare rispettando gli obiettivi del Pnrr che ha già fatto fa boost in quest’ultimo anno. Come evidenziato anche dal ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao: “il miglioramento di quest’anno nell’indice Desi “si registra grazie alle componenti connettività e integrazione delle tecnologie digitali. In questi mesi abbiamo assegnato tutti i bandi del Pnrr con l’obiettivo di portare la rete veloce in tutte le case degli italiani, nelle scuole e nelle strutture sanitarie. Con questo grande lavoro, l’Italia sarà il primo Paese in Europa ad avere reti ad altissima velocità fisse e mobili in anticipo rispetto agli obiettivi europei”.

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