Tra crescita ed espansione della banda ultralarga c’è un rapporto forte e concreto. Bisogna lavorare per renderlo meno limitato e, in modo più pratico, per incrementare l’impatto su cittadini e territorio. Se guardiamo le mappe che evidenziano le cosiddette aree bianche, la difficoltà appare evidente: a parte i centri urbani, le zone ‘marginali’ sono molto ampie. E sappiamo bene che rischiano di rimanere tali anche dopo la chiusura del piano per la banda ultralarga. Il suggerimento di Eutelsat è di sfruttare le potenzialità del satellite, di preventivarne l’utilizzo al pari di tutte le altre soluzioni tecnologiche.
E di farlo fin da subito e non in coda al processo, come avvenuto nella fase precedente dell’Agenda digitale. Nello stesso tempo, per rilanciare gli investimenti in infrastrutture e servizi digitali, è necessario continuare a lavorare sulla domanda. E non è soltanto una questione di denaro che il cittadino e le imprese sono disposti ad investire, bensì dell’interesse di dotarsi di tecnologie e mezzi abilitanti. La responsabilità ricade in primis sulla Pubblica Amministrazione, centrale e locale, che è chiamata ad implementare procedure che diano ampio spazio al digitale in modo tale che le famiglie e le aziende siano incentivate a digitalizzarsi nel loro approccio con la PA e con la vita. A quel punto, dalle applicazioni e dall’uso degli apparati, deriva la necessità della connettività. E gli operatori investiranno in modo più convinto perché non considereranno più ‘aree a fallimento di mercato’ quelle zone che oggi lo sono per la mancanza effettiva di domanda.