Il governo Renzi dà il via all’iter “tecnico” per la messa a punto dei bandi di gara per la banda ultralarga nelle aree bianche (a fallimento di mercato). Al Consiglio dei ministri di oggi, secondo quanto risulta a Corcom, approderanno infatti le Linee Guida frutto del lavoro del Cobul, il comitato per la Banda ultralarga. Si tratta del primo step della “partita”, indispensabile per arrivare – di qui a giugno a meno di intoppi “burocratici” – alla pubblicazione del primo (o dei primi) bando di gara.
Il premier Matteo Renzi questa mattina in videocollegamento con il Cnr di Pisa per le celebrazioni dell’Internet Day ha ribadito chiaramente quanto per il governo la banda ultralarga sia una priorità. “Lo Stato mette i soldi, miliardi di euro, dopo tante chiacchiere si parte”, ha detto Renzi aggiungendo che “la principale infrastruttura è la banda larga e la banda larga significa arrivare almeno con 30 megabit dappertutto e con 100 mega a molte realtà. Siamo in presenza di una rivoluzione, l’Italia la vuole vivere e non subire, governare e non seguire. L’Italia riprende la bandiera e si mette in prima fila. Prendo l’impegno a fare la nostra parte come governo in una sfida che è senza colore politico ma di tutta l’Italia”.
Sempre secondo quanto risulta al nostro giornale le Linee Guida saranno messe a consultazione per 30 giorni con l’obiettivo di raccogliere i pareri del mercato e quindi consentire al Mise e a Infratel di elaborare al meglio i bandi di gara. I documenti dovranno, come da prassi, passare al vaglio dell’Antitrust (Agcm) e dell’Autorità Anticorruzione (Anac). Già pienamente operativa l’Agcom che ha emesso le linee guida per l’accesso alle nuove reti tenendo conto dei vari “modelli” operativi possibili.
Considerati tutti i passaggi formali necessari, i primi bandi non saranno emanati prima di giugno: dopodiché gli operatori interessati dovranno sottoporre a Infratel le loro proposte tecnico-economiche per arrivare all’assegnazione della prima/e gara, stimata a questo punto subito dopo l’estate.
Ancora da capire se si opterà per un unico maxi bando – che includa realizzazione e gestione del network in macro-regioni (sei quelle pronte a partire) – oppure se si sceglierà la strada di bandi più “piccoli” che consentano una partecipazione più ampia di operatori. Stando a quanto risulta infatti al nostro giornale sarebbe questo il punto “nodale” alla base della discussione ancora aperta con la Commissione europea che al momento non ha ancora dato l’ok al piano italiano: nel caso di maxi-bandi la gare di fatto sarebbero “riservate” al massimo a due operatori (Telecom Italia ed Enel). E l’Europa starebbe dunque vagliando la situazione per capire se si possano creare eventuali nuovi monopoli o distorsioni di mercato.
Resta aperto il capitolo Catasto delle reti: il documento, secondo gli auspici di Palazzo Chigi, avrebbe dovuto approdare al Cdm oggi in un “pacchetto” con le Linee guida. Ma la messa a punto del “censimento” sarebbe ancora in alto mare, dunque la partita è rimandata a data da definirsi.