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Banda ultralarga, Giacomelli alle telco: “Serve impegno di tutti”

Il sottosegretario alle Comunicazioni: “Il settore pubblico da solo non ce la fa, ma la sintonia è possibile”. E difende il Piano di Palazzo Chigi: “Dal governo attenzione ai progetti di crescita e business di ogni operatore”

Pubblicato il 09 Mar 2015

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Il piano predisposto dal Governo per la banda ultralarga “non ha nessuna volontà dirigista ma attenzione e considerazione per i progetti di crescita e business di ogni operatore”. Il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni, Antonello Giacomelli, interviene alla Relazione dell’Organo di vigilanza e difende il piano del Governo, rivolgendo allo stesso tempo un appello agli operatori perché “la sintonia è possibile”. “Il Governo è fortemente convinto che lo sviluppo futuro del Paese sta in questa scelta, centrale e non settoriale. Da solo il pubblico non ce la fa, quindi siamo a rivolgere un appello perché ciascuno, con le sue prerogative e possibilità si renda disponibile in questo percorso”.

Per Giacomelli “non si tratta di una piccola guerra interna ma di proporre un accordo di sistema tra pubblico e privato; ci aspettiamo risposte all’altezza di questa sfida che chiede il Paese”.

Dirigendosi poi in Commissione Diritti e doveri di Internet per l’audizione, il sottosegretario ha parlato del lavoro fatto in commissione sulla carta dei diritti e dei dei doveri per Internet definito “importante e significativo” e “in sintonia con il governo”.

“Siamo preoccupati – ha aggiunto però – che l’Europa manchi di slancio in questa direzione e perciò abbiamo scritto alla presidenza di turno dell’Ue, assicurando ogni collaborazione dell’Italia in questo senso. Durante il semestre italiano anche noi abbiamo incontrato difficoltà, che possono essere superate solo se i governi si assumo la responsabilita’ di fare la propria parte”.

Per il Piano ultrabroadband il governo ha messo sul piatto risorse pubbliche per 6 miliardi (a cui si sommano i fondi collegati del Piano Juncker) con l’obiettivo di superare gli obiettivi indicati dall’Agenda digitale europea: si punta infatti ad arrivare al 2020 con l’85% della popolazione raggiunta da connessioni a 100 Mb (il piano europeo fissa la soglia del 50% della popolazione) e connessioni a 30 Mb per tutta la popolazione.

In dettaglio il piano prevede una suddivisione del territorio per lotti: 4 i cluster che saranno sottoposti a strumenti di agevolazione e partenariato pubblico privato”. Il tutto garantendo la neutralità tecnologica.

Ci sono inoltre agevolazioni tese ad abbassare le barriere di costo di implementazione, semplificando e riducendo gli oneri amministrativi; coordinamento nella gestione del sottosuolo attraverso l’istituzione di un Catasto del sotto e sopra suolo che garantisca il monitoraggio degli interventi e il miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti; adeguamento agli altri Paesi europei dei limiti in materia di elettromagnetismo; incentivi fiscali e credito a tassi agevolati nelle aree più redditizie per promuovere il “salto di qualità”; incentivi pubblici per investire nelle aree marginali; realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche nelle aree a fallimento di mercato.

La soluzione individuata dalla Strategia è quella di un sistema articolato di nuove regole, che accompagni alla migrazione, progressiva e concordata, verso la nuova rete in fibra ottica. Una serie di misure ad hoc verranno inserite in un provvedimento specifico: il “servizio digitale universale”; un fondo di garanzia; voucher di accompagnamento alla migrazione verso la fibra ottica; convergenza di prezzo per i collegamenti in fibra ottica realizzati con sovvenzioni statali, al prezzo dei collegamenti in rame.

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