LA LETTERA

Banda ultralarga, la Ue: “Contributo Ott non impatta su net neutrality”

Vestager e Breton rassicurano sui timori espressi da un gruppo di europarlamentari: “L’obiettivo è spingere le nuove reti e creare benefici per tutti i player dell’ecosistema. In corso valutazioni sull’entità degli investimenti da parte delle digital company”

Pubblicato il 20 Ott 2022

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L’obiettivo è spingere gli investimenti nelle nuove reti e creare benefici per tutti i player dell’ecosistema. Sono in corso valutazioni sull’entità degli investimenti da parte delle digital company nonché sulla revisione della Direttiva per la riduzione dei costi del broadband”: queste le rassicurazioni messe nero su bianco dalla vicepresidente esecutiva della Commissione Ue Margrethe Vestager e dal commissario al Mercato interno Thierry Breton in una lettera (SCARICA QUI IL DOCUMENTO) inviata all’eurodeputato Patrick Breyer in risposta alle preoccupazioni sollevate da un gruppo di europarlamentari, i quali hanno espresso timori sulla garanzia del principio di net neutrality nell’ambito della proposta Ue che punta a coinvolgere gli over the top nella realizzazione delle reti a banda ultralarga sulla base del principio del fair share. Proposta su cui sarà avviata una consultazione pubblica a inizio 2023. È in corso il dialogo con i principali soggetti coinvolti. Il nostro obiettivo è assicurare la migliore esperienza per tutti nel Decennio Digitale salvaguardando l’innovazione e la crescita dell’ecosistema Internet a beneficio dell’economia europea”, si legge nella missiva.

Lo scetticismo del Berec e la replica dell’Etno

La questione del contributo da parte degli over the top è considerata con “scetticismo” dal Berec: nello studio “Berec preliminary assessment of the underlying assumptions of payments from large CAPs to ISPs” (SCARICA QUI IL REPORT), l’organismo che riunisce i regolatori europei delle comunicazioni elettroniche ritiene che la proposta presenti dei rischi per l’ecosistema di Internet e non sarebbe giustificata dal reale peso che le grandi piattaforme digitali hanno sui costi degli operatori.

Nelle conclusioni preliminari il Berec afferma di non essere convinto che siano necessari alle telco costosi aggiornamenti di rete per gestire l’aumento del volume di traffico Ip; i maggiori costi deriverebbero invece dalla necessità di estendere la copertura delle reti a banda ultra-larga.

Il Berec scrive che la percentuale dei costi di aggiornamento relativi agli aumenti del volume di traffico è “molto bassa” e non giustifica l’intervento della Commissione europea. Per i regolatori del settore ci deve essere “un’adeguata giustificazione per intervenire nel mercato”.

L’Etno, l’associazione delle telco europee, ha immediatamente replicato al paper del Berec affermando che “non porta nessuna nuova informazione nel dibattito” e aggiungendo di essere “al lavoro per fornire nuove prove basate sui fatti per la vicina consultazione indetta dalla Commissione europea”.

Il fronte compatto delle telco

16 i ceo delle principali telco europee che in un documento hanno evidenziato i benefici attesi dal co-investimento tenendo conto anche e soprattutto del traffico dati crescente in cui gli Ott fanno la parte del leone con una quota di almeno il 55%. Fra i sottoscrittori anche il ceo di Tim Pietro Labriola e il numero uno di Fastweb, Alberto Calcagno.

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