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Banda ultralarga, Lazio la regione più cablata

Anche Liguria ed Emilia-Romagna molto coperte dalle connessioni a 30 Mbps. Dal rapporto di SoSTariffe.it, su dati Infratel, emerge che l’Italia è in linea con la media europea sulla diffusione della banda larga

Pubblicato il 27 Mag 2015

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Il digital divide diminuisce di un punto percentuale per quanto riguarda la percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso con velocità di connessione comprese tra i 2 Mbps e i 20 Mbps, mentre per la banda ultralarga (30 Mbps) le regioni più coperte sono Lazio, Liguria ed Emilia Romagna. E’ quanto emerge da un dossier diffuso da SosTariffe.it che ha fatto il punto della situazione grazie ai dati Infratel Italia, aggiornati al 30 giugno 2014.

Il problema del digital divide è una questione spinosa che da tempo investe l’Italia. Il Consiglio dei ministri, ha approvato la Strategia italiana per la banda ultralarga elaborata da Agid, ma la stessa non è ancora operativa. Molteplici sono i nodi da sciogliere – si legge nella nota di SosTariffe.it – comprese le frizioni tra gli operatori di telecomunicazioni, la Cassa Depositi e Prestiti e le aziende partecipate dallo Stato.

Il 96,9% della popolazione in Italia è raggiunto da servizi di accesso a Internet a banda larga in grado di fornire velocità di connessione comprese tra i 2 Mbps e i 20 Mbps. Una percentuale in linea con la media europea, che si attesta al 97%. In Italia, dunque, la percentuale di popolazione in digital divide è pari al 3,1%. Il dato nazionale non si riflette con omogeneità nelle singole Regioni italiane. Se, per esempio, in Lombardia, la percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda larga è pari al 98,40%, in Molise si registra un digital divide del 13,4%.

Lombardia e Molise rappresentano i due estremi, ma non si deve pensare che il divario digitale sia un problema che affligge in via esclusiva le Regioni del Sud. In Puglia, per esempio, la percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda larga è pari al 96,6%, mentre in Friuli Venezia Giulia è pari all’83%.

Facendo un confronto con il 2013, la percentuale di popolazione in digital divide con riferimento alla banda larga su rete fissa e wireless si attestava al 4%. Su base annua, dunque, il divario digitale si è ridotto di circa un punto percentuale, perché, come evidenziato sopra, al 30 giugno 2014 il digital divide si attesta al 3,1%. In termini di copertura, pertanto, si è passati dal 96% (30 giugno 2013) al 96,9% (30 giugno 2014).

A livello regionale Molise, Trentino Alto Adige e Abruzzo sono le regioni che hanno visto assottigliarsi in misura maggiore il digital divide nel 2014: le percentuali di popolazione non raggiunte da banda larga sono diminuite rispettivamente del 5,3%, 3,5% e 2%.

Se sulla banda larga le cose stanno lentamente migliorando e il confronto con l’Europa è sostenibile, quando si analizza la copertura della banda ultralarga in Italia si nota subito quanto ancora il nostro paese sia arretrato.

La media della copertura per la banda ultralarga a 30 Mbps in Italia è nel 2014 al 22,3%. La regione più “coperta” è il Lazio con il 38,3%, ma anche Liguria ed Emilia Romagna superano il 30% di copertura. Dall’analisi si nota come alcune regioni non siano ancora per nulla raggiunte da tecnologie che permettono di raggiungere i 30 Mbps di velocità di connessione: in Molise, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, infatti, non sono disponibili servizi di accesso a Internet a 30 Mbps, stando ai dati di Infratel Italia. Il confronto con la media europea è piuttosto impietoso: se in Italia soltanto il 22,3% della popolazione può fruire di connessioni a 30 Mbps, in Europa la percentuale è invece pari al 64%.

SosTariffe.it ha inoltre messo a confronto i dati disponibili al 30 giugno 2014 con quelli registrati al 31 dicembre 2013 con riferimento alla percentuale di popolazione raggiunta da servizi di accesso a banda ultralarga a 30 Mbps.

L’aumento maggiore di copertura SosTariffe.it l’ha registrato nelle regioni centrali, ove, in sei mesi, si è passati dal 10,6% di popolazione raggiunta dai 30 Mbps al 29,52%, con una variazione del 18,92%. Anche le Isole, Sicilia e Sardegna, hanno registrato un discreto aumento: dal 7,9% al 20,9% con una variazione del 13,1%. In Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, invece, l’aumento di copertura per la banda ultra larga si è attestato al 12,6%, mentre per le regioni del Sud la variazione ha sfiorato il 12%. In termini di aumento di copertura, fanalino di coda in classifica sono le regioni del Nord Italia, con una variazione del 7,8%.

Il nuovo Osservatorio di SosTariffe.it fa inoltre il punto sullo stato dell’arte dei progetti di Infratel Italia in materia di accordi di programma sottoscritti e di percentuale delle infrastrutture completate su base nazionale e su base regionale. Infratel Italia si occupa di individuare le aree bianche, vale a dire le zone prive di infrastrutture per la banda larga, poco o per nulla appetibili per gli investitori privati e quindi ammesse agli aiuti di Stato, e di mettere in campo tutti gli strumenti contemplati nei Piani Banda Larga e Ultra Larga governativi. Questi ultimi possono prevedere la realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche oppure incentivi economici a un operatore di settore per colmare il digital divide infrastrutturale. Secondo l’analisi dai dati resi pubblici da Infratel, al 30 giugno 2014 sono 109 gli accordi sottoscritti e ammonta al 53% la percentuale di progetti già realizzati. La Basilicata è la regione che ha la più alta percentuale di progetti già realizzati (85%), mentre il Friuli Venezia Giulia è l’unica regione dove non sono ancora stati avviati e portati a termine progetti di ampliamento della copertura in banda larga o ultralarga.

I progetti Infratel Italia, per quanto consistenti, sono soltanto una parte del tutto: per far sì che l’Italia stia al passo con i Paesi più avanzati in materia di infrastrutture per la banda ultralarga, è necessario che tutti gli attori di mercato e tutte le istituzioni coinvolte collaborino e lavorino in sinergia.

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