Banda ultralarga, Mella (Fastweb): “No a fondi pubblici nelle aree dove investiamo”

“Si rischiano distorsioni del mercato”, evidenzia il Cto dell’azienda, il quale accende i riflettori anche sulla possibile ridondanza di infrastrutture. “100 Mega possibili già con le attuali tecnologie”

Pubblicato il 20 Apr 2015

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Fastweb non vuole che i fondi pubblici del piano banda ultra larga vadano nelle stesse aree dove sta sviluppando una rete fibra ottica fino agli armadi. “Non credo che ci sia tutto questo bisogno di fibra ottica fino agli armadi, adesso, in Italia. Le tecnologie che stiamo sperimentando, su fibra fino all’armadio, già superano i 100 Megabit”, dice Mario Mella, Cto di Fastweb.

E’ un momento rocambolesco per la banda ultra larga. Che idea ti sei fatto su quello che sta accadendo?

Siccome non ci sentiamo condizionati nel nostro piano di sviluppo da ciò che ci succede intorno, noi teniamo la barra dritta. Per il resto è difficile commentare: la situazione cambia così spesso che tra due settimane il mio commento potrebbe già essere diverso. C’è poca chiarezza sui piani dei nostri concorrenti e sui fondi pubblici.

Sui fondi pubblici qual è il vostro interesse?

È importante che ne sia fatto un utilizzo appropriato. Uno che non crei distorsioni di mercato. Ci aspettiamo che l’impiego di risorse pubbliche avvenga in modo oculato per centrare gli obiettivi 30 e 100 Megabit. E che non siano usati per fare l’ennesima rete con risorse pubbliche, nelle aree dove gli operatori hanno già investito. Piuttosto, usiamo i fondi pubblici per sviluppare la domanda di utenti, imprese.

Insomma, è sbagliato incentivare reti fibra ottica fino alle case laddove state mettendo la fibra agli armadi?

E’ sbagliato incentivare la rete in fibra laddove c’è già quella fatta con soldi privati. Altrimenti, ci troveremo con una Italia spaccata a metà: alcune aree con più di una rete e altre senza nessuna. Tutta questa esigenza di Ftth non la vediamo. Per altro, puntare su questa tecnologia a metà 2015, con l’orizzonte del 2020, è irrealistico. Per fare quelle reti ci vogliono decenni. Le soluzioni tecnologiche che abbiamo individuato noi sono le più corrette.

Quali?

Super vectoring e V Plus, che non erano disponibili fino a pochi mesi fa e che sono in corso di standardizzazione. Le abbiamo già provate, insieme con il più noto G Fast. Con G Fast arriviamo a 700 Megabit al secondo (aggregati, del tipo 500/200 Megabit, a 150 metri di distanza tra cabinet e utente). Il V Plus e il Super vectoring danno dai 200 ai 400 Megabit (a seconda delle distanze). Tutte danno prestazioni ampiamente sopra i 100 Megabit, dal cabinet. A 300-400 metri (che è la distanza media dal cabinet, in Italia) arriviamo a 150-200 Megabit. E non è vero che se ci sono tanti utenti, la velocità crolla: abbiamo visto che si perdono pochi megabit in situazioni limite che abbiamo sperimentato, con 70 utenti nella stessa area. E in sei città, su 2 mila utenti, dove abbiamo testato una tecnologia di soppressione dei disturbi come il vectoring la banda media è passata subito da 75 a 103 Megabit.

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