L’audizione informale di ieri sera di fronte alle commissioni Industria, commercio e turismo, Lavori pubblici e comunicazioni del Senato, In cui Marco Patuano è stato ascoltato insieme al presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi, è stata per l’amministratore delegato di TI l’occasione per fare il punto della situazione su tutti i “temi caldi” che riguardano l’operatore, dalla banda larga e dai rapporti con Enel al futuro di media company dell’azienda, dalla conversione delle azioni risparmio ai rapporti con Google.
ENEL E LA FIBRA
“Se venisse confermato che l’Enel può costruire la rete a banda ultralarga a prezzi inferiori ai nostri, la decisione razionale ed economica è quella di andare a comprare, non ha senso ostinarsi a fare qualcosa di diverso. Cooperare non significa per forza fare una combinazione societaria – ha detto Patuano – laddove Enel andasse a costruire non abbiamo nulla in contrario a diventare acquirenti da Enel“, affittando la rete non “a un anno alla volta ma piuttosto a lungo termine, a 20 anni”.
Alla commissione che chiedeva se avesse già avuto modo di incontrare i vertici Enel e l’ad Francesco Starace, Patuano ha confermato di averlo visto “tre o quattro volte. Il modello che stiamo immaginando è il seguente – ha proseguito Patuano – l’Enel per sua scelta vuole creare un veicolo societario, con una scelta rispettabilissima e intelligente, e ha dichiarato come aree a interesse prioritario quelle a fallimento di mercato. L’Enel ritiene di avere infrastrutture più capillari delle nostre e quindi di poter riutilizzare parti aeree o del sottosuolo già esistenti in misura maggiore di quelle che abbiamo noi. Se l’Enel ha ragione bene, costruisce la rete e se il prezzo è più basso del mio costo la scelta è facile da fare. Se non è più basso invece è un problema, perché in quelle aree mai e poi mai si reggono in piedi due reti”.
La lettura della situazione fornita in commissione Industria da Marco Patuano è considerata “razionale” da Francesco Starace, Ad di Enel, che ne ha parlato oggi a margine della presentazione di “100 Italian Energy Stories”: “Telecom sta avendo un comportamento razionale” ha detto; con l’ad di Telecom Marco Patuano, ha aggiunto, “ci vediamo continuamente, lasciateci lavorare”.
GLI INVESTIMENTI AUTONOMI
Patuano ha poi annunciato che Telecom ha intenzione di aumentare le aree in cui investire in autonomia finanziaria senza ricorrere a “esborsi pubblici”: “Così come pochi mesi fa abbiamo incrementato la quota di copertura realizzata con architetture Ftth, adesso, in una logica di continuo miglioramento, stiamo valutando di incrementare il numero di aree nelle quali intendiamo realizzare investimenti in piena autonomia finanziaria, con ciò riducendo i possibili esborsi pubblici – ha sottolineato –
Poiché il lavoro è in corso non sono ancora in grado di fornire cifre precise, ma è certo che quando il 7 dicembre confermeremo al Mise le intenzioni di investimento autonomo dichiarate in occasione della consultazione pubblica, le aree di copertura autonoma saranno più numerose di alcuni punti percentuali rispetto a quelle precedentemente indicate. Telecom Italia intende confermare in questo modo la propria vocazione alla realizzazione e gestione dell’infrastruttura nazionale di comunicazione digitale”.
Quanto ai bandi futuri, Telecom “intende partecipare anche a tutti i futuri bandi per la realizzazione delle infrastrutture di rete fissa – ha precisato Patuano – Per tale ragione auspichiamo che tali bandi siano progettati e realizzati con modalità che garantiscano una partecipazione ampia e paritaria di tutti i soggetti interessati, in modo da favorire una concorrenza positiva per l’accesso a tali fondi e il loro più efficiente utilizzo”.
IL RAFFORZAMENTO PATRIMONIALE
Durante l’audizione Patuano ha poi contestato il fatto che il patrimonio di Telecom Italia sia negativo: “Sono in arrivo operazioni che rafforzano il patrimonio, in particolare le conversioni delle azioni di risparmio, la conversione del prestito obbligazionario ‘mandatory convertible’, inoltre abbiamo in programma una ulteriore valorizzazione del patrimonio di torri, che sono un asset molto apprezzato, e a valle dell’esito delle elezioni nella Repubblica di Argentina siamo confidenti di riuscire a perfezionare la cessione di Telecom Argentina – ha detto – La somma di queste quattro operazione dovrebbe portare nel corso del 2016 un rafforzamento patrimoniale di oltre 3 miliardi, che è patrimonio vero, non avviamenti. Quindi siamo in grado di finanziare i piani di investimento importanti”
LE AZIONI RISPARMIO
“Sono appena tornato da un roadshow e ho riscontrato che una larghissima maggioranza di investitori considera positivamente la conversione delle azioni risparmio – ha detto Patuano – un certo numero di azionisti risparmio, come il Fondo Amber, ci hanno scritto per chiederci di farla: comunque già l’avevamo preparata varie volte”. Secondo Patuano, inoltre, gli azionisti di risparmio non sono più i cassettisti, visto che “la quasi totalità è nelle mani di 10 fondi”.
UN FUTURO DA MEDIA COMPANY?
“Vogliamo creare piattaforme abilitanti delle media company, ma non siamo interessati a essere produttori di contenuti”. Così Marco Patuano ha sintetizzato la strategia di Telecom a chi gli chiedeva se immaginasse per l’azienda un futuro da media company. “Se ci fermiamo a fare le infrastrutture di trasporto, il prezzo di un tubo inevitabilmente scende, non c’è speranza – ha sottolineato – Ad oggi l’importante è essere capaci di costruire piattaforme aperte in grado di erogare servizi creando ecosistemi di soggetti che producono questi servizi. Quelli televisivi è molto facile, ma se qualcuno volesse fare una piattaforma, ad esempio per il wellness, che metta i dati a disposizione del suo personal trainer, del nutrizionista e di sua moglie, diventa molto interessante. Perché farò io l’applicativo che collegherà i soggetti? No, ma io farò in modo che altri possano farlo”.
“GOOGLE NON PAGA NULLA PER LA BANDA”
Durante l’audizione Patuano è poi tornato sul tema degli Ott: “A mio avviso – ha detto – la Net neutrality è una non discussione. I grandi gruppi pagano per la banda? Ebbene, Google non mi paga una cicca per la banda. E nemmeno gli altri grandi gruppi, perché la banda me la paga già la signora Maria. Però, siccome entrambi operiamo in Italia, e io pago le tasse in Italia, mi piacerebbe che anche loro pagassero le tasse in Italia. Dico: agli stessi servizi si applicano le stesse regole”.
SPARkLE
Una parte dell’audizione è stata dedicata anche a Sparkle: “Sparkle è qualcosa di oggettivamente irripetibile – ha detto Patuano – si tratta di alcuni milioni di chilometri di fibra posati sul fondo del mare, che collega tutto il mondo tranne l’Australia. E’ nella top ten mondiale dei cavi sottomarini. La delicatezza è che questa rete deve essere sigillata, perché trasportiamo traffico dati di una serie di Paesi, e ciascuno di loro fa lo stesso ragionamento del nostro quando parliamo di sicurezza nazionale. Il nostro lavoro è di non essere compiacenti, sigillare tutto ed evitare che ci siano accessi impropri. La garanzia di integrità del sistema è fondamentale”.
“Noi siamo lieti di cooperare con le autorità titolate a farlo, ma solo con loro, non cooperiamo con tutti. E a tutela di tutti si dicono anche dei no – ha aggiunto – Il tema della sicurezza delle Reti è un grandissimo tema. Dove finisce la privacy e dove inizia la sicurezza nazionale? Noi possiamo solo rispettare le norme, perché la storia insegna che quando le norme sono state interpretate le cose non sono andate bene”.