Semplificazioni e riforma del fisco, della giustizia e del lavoro: sono queste le quattro “variabili” fondamentali per traguardare gli obiettivi del Pnnr. E sono le tecnologie digitali e le infrastrutture tecnologiche, a partire dalle reti di Tlc, a rappresentare la chiave di volta per accelerare. È quanto emerso dai dati presentati in occasione dell’evento Riforma Italia, organizzato da EY in collaborazione con Luiss Business School, e frutto di due indagini – che hanno coinvolto un campione di cittadini e imprenditori – svolte in collaborazione con Swg . (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO)
Il 92% dei manager intervistati considera il Pnrr un’occasione unica per il rilancio del Paese, ma c’è un elevato livello di scetticismo sul concreto utilizzo dei fondi: 2 italiani su 5 stimano che non verrà utilizzato il 50% delle risorse disponibili. Se il 75% degli intervistati si aspetta una velocizzazione dei permessi ed una riduzione dei costi a carico delle aziende che operano con la Pubblica Amministrazione il 57% indica la necessità di completare il processo di gestione digitale dei dati e delle informazioni in capo alle PA.
Sul fronte delle riforme l’ottimismo cala a picco ma vengono evidenziati importanti desiderata: cittadini e manager si aspettano soprattutto la riduzione della tassazione sul lavoro (44% e 45%) e una generale semplificazione del sistema impositivo (36% e 41%). E in merito alla riforma fiscale il 77% ritiene necessaria e utile la Web Tax. Tra gli intervistati si registra un giudizio negativo sul fronte della riforma della giustizia e circa il 60% del campione invita il governo a concentrarsi maggiormente sull’efficientamento del sistema giudiziario. Crescita dell’occupazione, in particolare di donne e giovani, e riduzione del cuneo fiscale le due priorità in materia di lavoro indicate dal 50% degli intervistati. E si evidenzia anche la necessità di allentare le rigidità del mercato favorendo lo smart working.
“In Italia esistono degli ostacoli esogeni al sistema impresa dovuti, soprattutto, a un quadro normativo instabile, una giustizia lenta, un sistema fiscale complesso, una burocrazia farraginosa- sottolinea Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School -. L’attuazione di un piano di riforme che stimoli la produttività nel medio e lungo termine, aumenti la competitività del tessuto produttivo e agevoli soprattutto gli investimenti, risulta urgente e prioritaria per consolidare la crescita e renderla strutturale. Nell’ottica, poi, di un rafforzamento dell’efficacia delle riforme, sarebbe auspicabile integrare quanto previsto con una serie di misure a supporto del sistema produttivo che incentivino l’attrazione degli investimenti nel nostro Paese”.
Stefania Radoccia, Managing Partner dell’area Tax&Law di EY in Italia evidenzia che “In questo particolare momento storico il mondo intero guarda al nostro Paese con grande attenzione. Gli impatti derivanti dall’attuazione delle misure contenute nel Piano sono stati valutati in termini di Pil fino al +3,6% nel 2026, ma è necessario convogliare le migliori risorse per rendere il Paese più attrattivo e competitivo a livello internazionale, ricreando un clima generale di fiducia. L’attuazione del Pnrr è la miglior garanzia di investimenti esteri futuri”.
Il decreto semplificazioni e la riforma della PA
Completare il processo di gestione digitale dei dati e delle informazioni in possesso della PA è l’azione prioritaria evidenziata dagli intervistati (57%). A seguire l’accelerazione del processo decisionale relativo alla gestione degli interventi pubblici (55%) e le semplificazioni votate a rendere più attrattivi gli investimenti privati e l’attività di impresa (51%). Ci si aspetta che le riforme previste dal decreto semplificazioni e dalle altre riforme della pubblica amministrazione producano una velocizzazione dei permessi legati alle attività imprenditoriali (89%), una riduzione dei costi generali delle imprese che lavorano con la pubblica amministrazione (81%) e la crescita dell’attrattività dell’Italia nei confronti degli investitori stranieri (81%). Infine, il 46% degli intervistati del medesimo campione ritiene che con le riforme previste dal Pnrr, la burocrazia sarà meno limitante per le imprese.
La riforma fiscale
La valutazione complessiva del sistema fiscale, in una scala da 1 (per niente) a 10 (completamente), non raggiunge la sufficienza (valutazione media 4) relativamente a temi quali trasparenza, armonizzazione europea, giustizia/equità, efficacia/efficienza. Tra le priorità: la riduzione della tassazione sul lavoro (45%), la semplificazione del sistema tributario riducendo il numero delle imposte (41%) e infine la semplificazione del sistema con meno aliquote e un sistema di detrazioni più chiaro (41%). L’interoperatività delle banche dati consentirebbe una miglior valutazione degli indici di rischio e quindi interventi mirati, con relativi ed evidenti benefici anche in sede (pre) contenziosa.
La riforma della giustizia civile e amministrativa
Secondo il campione manageriale intervistato, tra le principali criticità del Paese in tema di giustizia civile rientrano la lunghezza dei tempi per ottenere una sentenza (70%) e per recuperare crediti definitivi da una sentenza (37%), oltre all’eccessiva complessità delle procedure (32%). Inoltre, per l’84% degli intervistati l’attuale modello organizzativo e di intervento della giustizia amministrativa rappresenta un elemento di incertezza (rispetto ai tempi e agli esiti dei procedimenti) che contribuisce a limitare in modo significativo la propensione agli investimenti.
Particolarmente sensibile rispetto alle inefficienze del sistema giustizia appare l’ambito delle Pmi: sarebbe necessario aumentare la conoscenza che le Pmi hanno degli Alternative Dispute Resolution e la propensione alla digitalizzazione dei processi aziendali, anche in termini di istituzione di un ufficio legale interno. Inoltre, potrebbero essere introdotte agevolazioni fiscali omogenee per tutte le forme di Adr al fine di aumentare l’attrattività di questi strumenti e di stimolarne la conoscenza da parte degli imprenditori.
La riforma del lavoro
Secondo il campione dei manager preso in esame, i principali obiettivi della riforma del lavoro prevista dal Pnrr dovrebbero essere: ridurre il costo del lavoro con il cuneo fiscale affiancando alla riforma del lavoro anche una riforma fiscale (63%) e favorire la crescita dell’occupazione incentivando in particolare la presenza di donne e giovani (56%). In tal senso, EY e Luiss Business School ritengono fondamentale il rafforzamento delle politiche attive del lavoro. Un intervento mirato potrebbe riguardare l’implementazione di un processo sistematico di identificazione delle caratteristiche delle persone in cerca di lavoro (dati personali, motivazioni di ricerca del lavoro, esperienza professionale e disponibilità a viaggiare); tali metodi di profilazione, infatti, consentirebbero di mappare le esigenze delle persone rispetto alle richieste del mercato del lavoro.