La pubblicazione solo online dei bandi di gara per la PA è rinviata al 2016. La misura, che posticipa a quella data l’abrogazione dell’obbligo per gli enti pubblici di pubblicare bandi e avvisi di gara sui quotidiani cartacei, è contenuta nel decreto Irpef che ieri è stato approvato in Senato. Il governo ha ottenuto la fiducia con 159 sì e 122 no.
In fase di spending review il presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva annunciato la norma che prevede la soppressione della pubblicità di bandi e avvisi su quotidiani a livello nazionale e locale e la loro pubblicazione soltanto su Gazzetta ufficiale, sul sito web dell’ente appaltante e sul sito del Ministero delle infrastrutture.
Ne erano derivate polemiche, soprattutto ovviamente da parte di editori e giornalisti della carta stampata. Successivamente su Twitter il premier, in risposta a un utente, aveva ribadito che era giusto pubblicare solo online i bandi per la PA perché “siamo nell’era dell’innovazione e della digitalizzazione” e si tratta di “100 milioni di euro l’anno di risparmi”. E aveva aggiunto: “Noi pensiamo che ora sia il momento di Twitter, di Facebook e dei social quindi che non ci sia bisogno di obbligare a comprare spazi”.
Sulla questione “risparmi”, alcuni osservatori avevano fatto comunque notare che i costi per la pubblicazione sui quotidiani sono già rimborsati dagli aggiudicatari alle stazioni appaltanti. In pratica chi vince la gara è tenuto a rimborsare le spese di pubblicazione alla stazione appaltante per effetto combinato del decreto crescita bis e della legge anticorruzione (legge 190/2012). Di conseguenza, allo stato attuale, non ci sarebbero oneri per la Pubblica Amministrazione.