L’ipo di Banzai non entusiasma il mercato. L’initial public offering è stata coperta solo parzialmente, e questo ha spinto il gruppo di e-commerce a procedere al collocamento delle sole azioni derivanti da aumento di capitale, pari a metà dell’offerta e a quasi il 20% del capitale. In ogni caso resta confermata la quotazione sul segmento Star della Borsa Italiana il prossimo 16 febbraio con un flottante del 47,28%, grazie alle recentissime modifiche del regolamento dei mercati di Borsa Italiana che permette il conteggio dei soci sotto il 5% nel flottante. Al gruppo arriveranno così 54 milioni derivanti dall’aumento di capitale. I soci hanno dunque rinunciato a vendere le proprie azioni, una possibilità prevista dal prospetto informativo.”
In una nota il gruppo presieduto e guidato da Paolo Ainio (il fondatore di Virgilio alla fine degli anni Novanta) e partecipato anche dal fondo Sator di Matteo Arpe ha comunicato che, nell’ambito del collocamento, sono pervenute richieste per 13,4 milioni di azioni su un totale di 16 milioni offerte. Si è quindi deciso di procedere al collocamento degli 8 milioni di azioni derivanti da aumento e non degli 8 milioni di azioni derivanti dalla vendita da parte degli azionisti. Banzai aveva già dichiarato che avrebbe dato priorità al collocamento primario. Il prezzo di collocamento è stato fissato a 6,75 euro, al minimo della forchetta indicativa dell’operazione (6,75-8,5 euro). Un tale valore attribuisce alla società una capitalizzazione di 274 milioni di euro. Circa il 90% del fatturato di Banzai, pari a 150 milioni circa, è ecommerce, il resto viene da media online, tra i quali Giallo Zafferano, Pianeta Donna, Studenti.it, il Post, Liquida.
Secondo il prospetto informativo dell’Ipo, prima dell’operazione gli azionisti di Banzai con una quota superiore al 5% erano Arepo (che fa capo a Sator, il fondo creato da Mattero Arpe) con il 26,4%, Paolo Ainio con il 27,2%, Vis Value con il 5,5% e Micheli Associati con il 5,3%. Tutti soci ora destinati a diluirsi.