I big europei delle Tlc approfittano del palcoscenico di Barcellona per lanciare un nuovo appello alla Commissione europea perché modifichi le norme sul settore delle telecomunicazioni in modo tale da consentire una concorrenza “alla pari” con i colossi di Internet come Facebook e Google.
Da Deutsche Telekom a Telefonica, da Vodafone a Orange, le grandi telco del nostro continente sfrutteranno l’occasione offerta dal Mobile World Congress per parlare all’unisono e pressare l’Unione europea: occorre cancellare alcune delle regole considerate più restrittive per i carrier, ovvero estendere regole uguali ai servizi di messaggistica e chiamate vocali Over the top, come WhatsApp.
Oggi i top manager di 11 operatori mobili europei si incontreranno con rappresentanti della Commissione chiedendo di “adattare le policy” europee a nuovi settori come le “piattaforme online”, inserendole nella normativa sul mercato delle Tlc che l’esecutivo Ue definirà quest’anno, come anticipa il Wall Street Journal che ha visionato l’agenda dell’incontro.
“Le regole attuali devono cambiare”, ha dichiarato Cesar Alierta, chief executive di Telefonica; l’obiettivo è avere “stesso servizio, stesse regole, stessa protezione”.
Il primo punto dolente per le aziende telecom? Sono loro a doversi sobbarcare i costosi lavori di realizzazione delle infrastrutture che poi altre aziende – come WhatsApp o Google con Hangouts – usano per offrire servizi gratuiti che fanno concorrenza a quelli delle telco.
Le aziende telecom si lamentano anche di dover pagare alcune tasse cui le Internet companies non sono soggette, di dover offrire servizi a tariffe regolate e di dover rispettare limiti specifici nell’utilizzo dei dati dei clienti: per esempio, le telco hanno meno campo di manovra nel vendere pubblicità basate sulla location, di nuovo a vantaggio di aziende come Google e Facebook.
“Se loro mettono nelle loro apps delle funzionalità che permettono di catturare il traffico e i dati dei clienti, io dovrei poter fare lo stesso”, ha dichiarato Vittorio Colao, Ceo di Vodafone. “Credo che un trattamento alla pari debba essere applicato, visto che i servizi sono gli stessi”.
Altro punto controverso (e su cui indaga anche l’Ue) è per alcuni operatori mobili la possibilità di controllare gli smartphone con sistema Android che vendono ai consumatori: questi operatori sostengono di non avere libertà di scelta ma che Google li costringe a installare la sua intera suite di applicazioni per messaggistica, ricerca, email, eccetera.
Le Internet companies stanno cercando di appianare i contrasti, anche se i punti di vista restano lontani. Il Ceo di Facebook Mark Zuckerberg, presente a Barcellona, ha detto che appoggia la richiesta delle telco di allentare la regolamentazione per le aziende telecom pur chiarendo che non pensa affatto che le stesse regole delle Tlc si debbano applicare alle aziende di Internet. Zuckerberg ha comunque intenzione, come fa da alcuni anni, di invitare a cena i Ceo delle telco per scambiare idee e opinioni.
Il numero uno di Facebook cerca anche appoggi per il suo Telecom Infra Project, o TIP, l’iniziativa con cui vuole portare la connessione Internet nelle aree remote dei paesi poveri dove ancora non c’è la telefonia cellulare facendo leva su nuove tecnologie e la collaborazione tra operatori e fornitori di infrastrutture, integratori di sistema e altre aziende tecnologiche. Alcune telco sono riluttanti ad appoggiare progetti del genere – ne ha anche Google, come noto – perché temono che alla fine Facebook e Google offriranno direttamente dei servizi di telecomunicazione soppiantando le telco tradizionali.
Ma l’idea che occorra allearsi col nemico è accettata da qualche operatore: Deutsche Telekom ha detto che si batterà per un “level playing field” per aziende telecom e di Internet, ma anche che appoggerà il progetto TIP di Facebook. SK Telecom, Nokia e Intel hanno pure aderito; se ne sono tenuti alla larga invece – almeno per ora – Cisco, Ericsson, Huawei, Juniper Networks e i grandi operatori Usa Verizon, Sprint ed At&t.