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Battiferri: “Digital disruption per lo sviluppo”

Pubblicato il 08 Lug 2014

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Nell’era della “digital disruption” è necessario cogliere vantaggi competitivi sviluppando il business in maniera destrutturata: il mondo di riferimento non è più un rigido quadro gerarchico ma un flusso, una matrice di risorse, vincoli e vantaggi competitivi. La ricerca di velocità e flessibilità è quindi un fattore chiave per mantenere incisiva la propria proposizione di offerta e rendere più fluida e interattiva la comunicazione tra le strutture di una organizzazione. Il Cloud Computing, nella misura in cui permette di configurare e dimensionare le risorse in funzione dei servizi e dei livelli di performance richiesti, si pone in questo come elemento abilitante. I modelli cloud sono infatti agevolatori di un cambiamento profondo, che impatta i processi, la gestione, l’efficacia nel raggiungere i propri clienti, anche interni, con servizi aggiornati accedibili in maniera sicura, grazie anche ai recenti modelli di Digital Identity. Rimodellare l’architettura o il mix di applicazioni, così come erogare i servizi su device innovativi, sono conseguenza diretta del percorso di ascolto che gli IT manager delle aziende hanno attivato per proiettare la loro funzione al centro del business model dell’azienda, e che, parimenti, i decisori della Pubblica Amministrazione devo mettere in campo nei confronti di una utenza – cittadini ed imprese – sempre più attenta ed esigente. In particolare può essere posto un focus su come l’introduzione di modelli cloud nelle filiere di sistema che vedono come traino la PA, abilitino il contenimento dei costi legati ai processi amministrativi ed il decollo dei servizi on line delle PA stesse, l’accesso da parte delle start-up ai Big Data della PA per lanciare nuovi servizi digitali, nonché la diffusione di modelli di Digital Life urbana basati sulla partecipazione e sulla sostenibilità ambientale ed energetica.

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