LEGGE COMUNITARIA

Bavaglio a Internet Fava si difende: “Hanno votato tutti”

Il deputato della Lega replica alle accuse sull’emendamento-censura: “Spetta sempre a un giudice decidere sulla rimozione di un contenuto”. E rilancia: “Difendo il copyright”. Pd e Idv: “L’onorevole mischia le carte”

Pubblicato il 25 Gen 2012

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"In commissione quell’emendamento l’hanno votato tutti i gruppi. O i deputati sono diventati all’improvviso scemi o c’è qualcuno che ora sta cavalcando la protesta del web". Giovanni Fava, autore dell’emendamento ribattezzato “bavaglio a internet”’, presentato alla Legge comunitaria 2011 alla Camera, intervistato dall’agenzia Dire spiega di non comprendere il merito delle proteste per quella norma.
E non ci sta proprio a passare per l’ideatore del Sopa italiano, ossia l’omologo della proposta di legge antipirateria online affossata negli Usa dopo la rivolta del popolo della rete. La scorsa settimana la proposta Fava è stata approvata in commissione Politiche Ue ed è diventata l’articolo 18 del testo che da martedì 31, dopo una richiesta di rinvio, sarà in aula.

Secondo Fava è “ridicolo” pensare che grazie all’emendamento basterà che chiunque invii una e-mail a un provider o un server per far censurare un contenuto e che nel mirino ci saranno siti come Wikipedia, Youtube, Google o Facebook. "E’ sempre un giudice che alla fine decide – puntualizza l’esponente del Carroccio – E poi la ratio della proposta è quella di evitare fenomeni di contraffazione e di pirateria, serve a tutelare il copyright. In Francia, ad esempio, ci sono regole molto più severe delle nostre. Ricordate il caso della L’Oreal che fece rimuovere da E-bay la vendita di alcuni prodotti che venivano spacciati con quel marchio e invece erano contraffatti?".

Fava, che è presidente a Montecitorio della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, ci tiene a precisare che l’emendamento presentato alla Legge comunitaria è stato frutto "di un ampio dibattito" nella commissione da lui guidata e poi è stato formalizzato in una proposta "condivisa anche dagli altri partiti, che io ho firmato essendo il presidente".

"E’ l’ipocrisia classica di quella politica che risponde ai poteri forti dei grandi gestori di provider, le aziende più liquide del mercato- spiega il deputato – Se l’aula ora vorrà abrogare una norma che mirava a tutelare il commercio elettronico contro gli atti di contraffazione lo faccia. Ma non si risolve il problema. Sarà solo la vittoria di chi fa gli interessi dei provider. In un momento di crisi come questo le imprese invece andrebbero tutelate, andrebbe protetta l’autenticità dei marchi e dei prodotti".

Il deputato, che ora si trova in missione a Washington ricorda che negli Usa la proprietà industriale è garantita, eccome". E alla domanda sui social network risponde: “Non sono assolutamente contro, anzi, ne sono un appassionato. Ho anche un profilo Facebook. Ma penso che non possa mai venire meno il principio che la libertà finisce nel momento in cui si viola la libertà di qualcun altro".

Le dichiarazioni di Fava hanno subito scatenato forti reazioni. "L’onorevole Fava cerca di mischiare le carte – sottolinea Sandro Gozi del Pd – Il suo emendamento non piace a molti di noi, tanto che abbiamo presentato un emendamento soppressivo perché vogliamo impedire qualsiasi forma di bavaglio alla rete. Sa benissimo, tra l’altro, che gli emendamenti, compreso il suo, potevano essere respinti dalla XIV Commissione solo per motivi di compatibilità con la normativa comunitaria o per esigenze di coordinamento generale. Dunque, il merito della sua proposta resta un tentativo grave di inserire nella legge Comunitaria l’imposizione ai fornitori di servizi Internet di rimuovere dalla rete contenuti ritenuti illeciti. Una proposta, cioè, irricevibile".

Dello stesso parere il deputato Idv Gaetano Porcino. "Fava mente sapendo di mentire – dice – Il deputato leghista che vuole mettere il bavaglio alla rete si assuma le sue responsabilita’ e ammetta di aver agito in maniera politicamente subdola, spacciando il suo emendamento per una semplice regolamentazione del commercio elettronico".

"Ha mentito in commissione, nascondendo la vera natura del bavaglio, come mi hanno spiegato i colleghi, poiché proprio in quel momento non ero presente, essendomi dovuto assentare per qualche minuto- prosegue- ma il deputato Fava ha fatto male i suoi conti perché il suo trucchetto è stato smascherato nel giro di pochissimo tempo ed il pericolo è stato scongiurato. Il suo emendamento è stato inizialmente accolto dai gruppi solo perché spacciato per altro. Per correttezza Fava dovrebbe aggiungere che l’Italia dei Valori ha presentato un emendamento soppressivo, a prima firma Porcino, su cui anche il governo ha dato parere favorevole. Si dovrebbe vergognare di quello che ha fatto".

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