IL SEMINARIO

“Beni culturali, serve un ecosistema digitale”

Questa la tesi emersa in occasione del seminario Isimm-Intergruppo parlamentare per l’innovazione. Boccadutri (Pd): “Ripensare la regolamentazione”. Fantinati (M5S): “Innovazione biglietto da visita dell’Italia”. Focus sugli open data

Pubblicato il 07 Lug 2017

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Tecnologia, arte e turismo: di questo di parlato al seminari Isimm con l’Intergruppo parlamentare per l’innovazione tecnologica focalizzato sull’Innovazione digitale nel turismo culturale, realizzato con la partnership tecnologica di Hpe, Var Group e Interlem. Partendo dal Piano Strategico di sviluppo del turismo 2017-2022 lanciato dal ministero dei Beni Culturali, il seminario ha approfondito temi riguardanti la digitalizzazione del sistema museale: una policy integrata del settore, la creazione di un ecosistema digitale.

Questo per poter garantire la messa a disposizione nei confronti del turista di un ecosistema di informazioni e servizi a valore aggiunto e al contempo generare delle ricadute economiche per l’istituzione culturale e per i vari componenti della catena produttiva del settore turistico. Sembra dunque raccolta la sfida dei musei nel proporsi come soggetti dell’innovazione attraverso i nuovi strumenti di comunicazione digitale multi direzionale e multicanale, implementando il legame di fidelizzazione con il territorio e dunque divenendo essi stessi soggetti attivi per una crescita culturale ed economica sostenibile ed intelligente.

Il segmento del turismo culturale, in particolare, è contraddistinto da una crescente propensione alla spesa e presenta le maggiori prospettive di crescita al 2020.

Partendo dalla considerazione che vi è dunque oggi in Italia ancora un significativo potenziale di rendimento inespresso del nostro patrimonio culturale a favore dell’economia del Paese il seminario ha offerto un contributo alla riflessione su tre specifici punti: la policy integrata del settore, la creazione di un ecosistema digitale, il sistema museale italiano 4.0.

Il tutto inserito nella più ampia strategia volta a porre il settore turistico-culturale al centro delle politiche di sviluppo del nostro Paese e al rilancio della leadership dell’Italia sul mercato internazionale del turismo culturale.

Sergio Boccadutri (PD), aprendo il dibattito ha ricordato come “vada ripensata la regolamentazione delle strutture ricettive e la loro relazione con i turisti”. Mattia Fantinati (M5S) ha commentato “abbiamo il patrimonio culturale più ricco del mondo, ma riusciamo con difficoltà a crearne valore. Grazie alla digitalizzazione è possibile mantenerlo, condividerlo ed esportarlo aumentando l’attrattività dell’originale”.

Antonio Barreca di Federturismo ha evidenziato che il piano wifi Italia creerà un sistema integrato di reti pubbliche e private. “I turisti che arrivano in Italia, attraverso un’apposita app, potranno accedere immediatamente alla connessione wifi in qualunque luogo si trovi. Un progetto che potrebbe dare una spinta all’innovazione e anche valorizzare tutta quella serie di “sottoprodotti” turistici spesso poco considetatio ma in grado di creare valore al sistema”.

Per Patrizia Asproni, ConfCultura, la chiave sta nei dati. “In italia – ha detto – abbiamo un problema di eccesso di dati nel settore turistico e dei beni culturali. Ma si tratta di info non uniformi e praticaente illegibili. Non vi è una profilazione che consenta di preconizzare cosa accadrà”.

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