Le aziende over the top, delizia del consumatore e croce delle telco, sono finite al centro del discorso pronunciato da Franco Bernabè al Mobile world congress di Barcellona. Il presidente di Telecom Italia non lascia dubbi sulla sua posizione: gli Ott succhiano risorse agli operatori mobili e rappresentano un pesante fardello.
Pur soffermandosi su altri temi chiave del panorama mobile, come l’m-commerce e i servizi su cloud, Bernabè, che è anche presidente della Gsma (organizzatore del Mobile world congress), si è concentrato sull’ascesa dei player over the top e l’effetto che hanno avuto sull’industria del mobile.
"C’è una grande differenza tra operatori e Ott”, ha sottolineato Barnabè. “Gli Ott soffocano la concorrenza perché si fondano su tecnologie non standardizzate”. Inoltre, ha proseguito il top manager, gli Ott non comprendono il mondo del mobile e causano, anche senza volerlo, una serie di problemi come il sovraccarico delle reti inondandole di segnali.
"Ciò rappresenta un pesante fardello per gli operatori”, ha affermato Bernabè, aggiungendo che le entrate medie per utente dei carrier in Europa sono scese da 26 euro nel 2006 a 20 euro nel 2011. Nel frattempo, però, gli investimenti non si possono fermare perché le telco devono aggiornare le reti e far fronte all’intenso traffico generato in parte proprio dai servizi Ott.
Bernabè non ha fatto nomi, ma è noto che le aziende telecom considerano player come Google, Facebook, Netflix e altri fornitori di servizi e contenuti su Internet come player "over the top", cioè che offrono servizi sfruttando la rete. I consumatori hanno abbracciato con entusiasmo l’offerta degli Ott, ma gli operatori soffrono il peso del traffico generato, tanto che alcuni hanno proposto alle aziende di Internet di partecipare ai costi di gestione e aggiornamento delle reti.
Bernabè non ha specificamente indicato che gli Ott debbano contribuire al mantenimento delle reti, ma ha chiarito che “i modelli di business devono essere riconsiderati”.