Di recente la World Wide Web Foundation guidata da Tim Berners-Lee ha diffuso i dati del Web Index, che analizza quanto i paesi siano pronti, come usino il web e che impatto complessivo esso abbia, e siamo fuori dalla top 20, il che purtroppo non è una sorpresa. Mi ha colpito scoprire che anche la fiducia nei confronti della rete come strumento di sviluppo commerciale è bassa: appena 5 punti su una scala di 10. Crediamo troppo poco alla tecnologia per recuperare risorse e produttività: per questo nel breve dobbiamo agire con formazione, comunicazione, incentivi economici specifici e con una decisa scelta digitale nel settore pubblico e nel mondo del lavoro che spinga a chiedere tecnologia.
Vivere e fare business in un contesto intelligente, interconnesso e collaborativo è possibile; conto molto anche sui progetti ed esperienze di “smart city” che si stanno avviando nel nostro paese perché cittadini e imprese possano comprendere attraverso l’esperienza il valore della rivoluzione digitale. La perdita di competitività deriva da un insieme di fattori strutturali da affrontare senza esclusione di mezzi. Solo da poco ci siamo resi conto che l’Ict in questo senso è fondamentale: sviluppo tecnologico, investimenti in innovazione da parte del pubblico e soprattutto da parte delle imprese sono direttamente correlati con il Pil e con la produttività del lavoro – uno dei punti più dolenti per evidenziati dall’Ocse. Resta fondamentale intervenire sul ritardo infrastrutturale che relega parte del paese in un digital divide tecnologico insostenibile; detto questo, invertiremo la rotta se nel tempo moduleremo le nostre scelte – incluse quelle che si compiono in questi giorni in materia di Agenda Digitale – su una situazione economica che, anche quando cambierà in meglio, richiederà estrema adattabilità dei modelli di business. Un terzo punto da affrontare con un respiro più ampio è come creare opportunità per i giovani talenti: raggiungere il livello di accesso alle risorse tecnologiche e di ricerca di cui dispongono altri paesi è essenziale.