Entro il 2014 il numero di utilizzatori di “mobile coupon”, in pratica “buoni” per acquisti online scaricabili da dispositivi mobili, toccherà quota 53,2 milioni l’anno nel mondo, diventando uno dei principali driver per la piena affermazione del mobile commerce.
Lo sostiene un recente report di BI Intelligence, che analizza appunto i nuovi trend di “mobile merchandising” tra cui la possibilità di utilizzare coupon via smartphone e tablet.
I ricercatori sottolineano innanzitutto che il mobile commerce è in costante avanzata: da fine 2010, quando rappresentava solo il 3% dell’e-commerce, è arrivato a coprire, nel 2012, una quota dell’11% (dati comScore) e, in base alle previsioni di BI Intelligence, entro il 2013 la spesa per acquisti generata dall’uso di dispositivi mobili potrebbe raggiungere una quota del 15% dell’intero comparto del commercio elettronico. Questo è dovuto, sottolineano gli esperti, al nuovo ecosistema dell’e-commerce, che prevede tra le altre cose l’utilizzo delle shopping app, applicazioni finalizzate all’acquisto online.
In questo contesto i “mobile coupon” possono essere una delle chiavi di volta per la crescita del comparto, ma anche rappresentare un rafforzamento indiretto del commercio offline. Le strategie di marketing basate sui coupon, sostiene BI Intelligence, sono infatti in grado di indurre i consumatori a recarsi presso gli esercizi commerciali “fisici”.
Gli esperti sottolineano anche che i mobile coupon, essendo ricevuti dai consumatori sui loro device ma spesso usati nei negozi fisici, sono “un mezzo perfetto per la raccolta dei dati degli utenti. In un mondo – scrivono – dove l’integrazione tra abitudini dei consumatori offline e online rappresenta ancora una sfida, questa rappresenta una risorsa significativa”.
Infine per BI Intelligence i coupon sono un ulteriore canale attraverso cui comunicare con i clienti. “È utile – dicono – pensarli non tanto come elementi che possano veicolare sconti, ma piuttosto come contenuti con allegata un’offerta. Se il coupon è realizzato nel modo giusto, è in grado di rafforzare il rapporto tra consumatore e venditore”.