Il digitale permette la “riunificazione” della Biblioteca Palatina, la “madre di tutte le biblioteche” considerarata il tesoro di tutti gli eruditi. Dopo secoli di separazione tornata unita la collezione collezioni di manoscritti risalenti al Medioevo e alla prima età moderna: circa 3.000 manoscritti latini e tedeschi appartenenti alla Biblioteca Apostolica Vaticana e alla Biblioteca dell’Università di Heidelberg, ora a disposizione di tutti su Internet.
Il 15 febbraio la cerimonia di inaugurazione dell’archivio digitale all’Università di Heidelberg che ha realizzato il progetto. La Biblioteca Palatina ha avuto una lunga storia, anche prima che Papa Gregorio XV la confiscasse durante la Guerra dei trent’anni e la trasferisse all’interno del Vaticano nel 1623. Per circa 250 anni è continuata a crescere grazie alla collezione reale del Castello di Heidelberg e alla Biblioteca dell’Università omonima, fondata nel 1386.
La separazione è avvenuta nel 1816, quando i manoscritti in lingua tedesca furono restituiti alla Germania. La tecnologia della digitalizzazione e Internet hanno ora dato l’opportunità di riunificare questo “tesoro della cultura occidentale” in un’unica biblioteca virtuale, grazie anche alla collaborazione durata diversi anni tra l’Università di Heidelberg e il Vaticano. Essendo una biblioteca universale non contiene solo trattati teologici, filosofici e storici, ma anche medici, naturalistici e astronomici. “Per noi la riunificazione dei manoscritti latini e tedeschi è un sogno diventato realtà”, ha commentato Veit Probst, direttore della Biblioteca di Heidelberg.