AGENDA DIGITALE

Big data, ecco in anteprima il piano Ue

Il Corriere delle Comunicazioni ha visionato il provvedimento che sarà presentato a fine giugno: avanti sulla formazione di esperti e sulle strategie di ottimizzazione degli open data. Neelie Kroes: “Puntiamo a creare nuova occupazione”

Pubblicato il 19 Giu 2014

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In Commissione Ue si stanno apportando gli ultimi ritocchi alla prima strategia europea in materia di big data. Il documento, che sarà presentato in forma di comunicazione politica a cavallo della fine di giugno, aspira a “stimolare il dibattito con Europarlamento, Consiglio e i vari stakeholder”, schierando nel contempo “un primo nucleo di iniziative” per ritagliare all’Europa uno ruolo da protagonista in un segmento dell’economia digitale ormai in pieno fermento. Ma che il Vecchio Continente “sta abbracciando con ritardo”. La prova, scrive Bruxelles nel testo che il Corriere delle Comunicazioni ha potuto visionare in anteprima, è nel fatto che “tra le prime 20 aziende internazionali specializzate in big data solo 2 hanno sede nell’Ue” (Accenture and Capgemini, ndr). E in termini generali le “aziende di successo in Europa sono sensibilmente di meno rispetto agli Stati Uniti”.

Per colmare questo gap la Commissione sguaina un piano d’azione a tre punte: accrescere le competenze digitali promuovendo più sinergie tra istituzioni, centri di ricerca e industria; migliorare le condizioni di interoperabilità; completare la definizione di un quadro regolamentare trasparente per il trattamento dei dati.

La posta in gioco è enorme: stando ai dati riportati dal documento il mercato dei big data raggiungerà un valore pari a 16,9 miliardi di dollari entro il 2015, trainato da un tasso di crescita su base annua del 40%. “In un momento in cui l’Europa ha un disperato bisogno di crescita – ha dichiarato il commissario per l’agenda digitale Neelie Kroes a marzo 2013 – il mercato dei big data è esattamente quello al quale dobbiamo guardare per creare occupazione e nuove opportunità”. Gli stati membri sembrano d’accordo. Tant’è vero che l’impulso a mettere in campo quest’iniziativa era partito proprio dal Consiglio europeo dell’ottobre 2013, in particolare dietro richiesta del presidente francese François Hollande.

Il punto di partenza della comunicazione – provvisoriamente intitolata “Verso un’economia guidata dai dati – è la constatazione che in Europa latitano “esperti in big data capaci di tradurre gli avanzamenti tecnologici in concrete opportunità commerciali”. Una criticità che interessa tanto l’ambito accademico, quanto quello dell’industria. La Commissione propone pertanto di istituire di qui alla fine del 2014 una partnership pubblico privato diretta a promuovere sia la ricerca scientifica che la diffusione delle competenze nei settori maggiormente interessati dal fenomeno dei big data (salute, energia, trasporti, etc). Per il 2015, Bruxelles prevede anche la creazione di un network europeo di centri di competenza, e si ripromette di procedere all’identificazione dei comparti prioritari su cui dovrebbero concentrarsi gli investimenti.

Per quanto riguarda l’interoperabilità, il documento si affida in prima analisi ad un pacchetto d’iniziative e politiche già sul tappeto, in particolare la nuova Direttiva sul riutilizzo delle informazioni nel settore pubbliche, varata nel 2013 con l’obiettivo di ottimizzare il potenziale degli open data come leva per il rilancio dell’economia. La Commissione chiede agli stati membri di accelerare sull’attuazione della normativa (c’è tempo sino a luglio 2015), e intende agevolare questo processo attraverso la presentazione di linee guida comuni sui parametri per le licenze e la tariffazione per il reperimento e riutilizzo di documenti pubblici.

Al contempo, “le amministrazione nazionali saranno chiamate a cooperare per la realizzazione di un network europeo di portali sugli open data”. Una quota dei fondi Horizon 2020 sarà specificatamente dedicata al finanziamento di progetti di ricerca sul trattamento di masse eterogenee di dati. La Commissione s’impegna contestualmente a sostenere la “mappatura dei principali standard esistenti in alcuni settori chiave interessati dalla rivoluzione dei big data (sanità, trasporti, servizi finanziari)”.

Last but not least, le questioni regolamentari. La Commissione è eloquente in proposito: la disciplina europea sulla protezione dei dati personali “sarà applicata integralmente anche al contesto dei big data”. A complemento del pacchetto di riforma della privacy attualmente in corso di discussione in Consiglio Ue, Bruxelles si prepara a lanciare una consultazione pubblica da cui dovrebbe scaturire l’adozione di una serie di raccomandazioni sull’anonimizzazione dei dati, e l’allineamento delle procedure per il consenso al trattamento e le informazioni ai consumatori. Altri nodi su cui la Commissione intende intervenire sono quelli della proprietà e del trasferimento dei dati.

La comunicazione segna l’ultima iniziativa firmata da Neelie Kroes prima di lasciare la poltrona di commissario per l’agenda digitale.

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