L'OPERAZIONE

Big data, Google compra Looker: sfida a Microsoft

L’acquisizione ha ottenuto il via libera dall’Antitrust britannico. Intanto in Italia BigG lancia l’intelligenza artificiale a servizio del retail in collaborazione con il Politecnico di Milano

Pubblicato il 14 Feb 2020

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Google ha concluso l’acquisto dell’azienda di analitici e big data Looker Data Sciences, pagata 2,6 miliardi di dollari. dopo aver ottenuto il disco verde da parte dell’autorità britannica per il mercato. L’annuncio era stato dato a giugno: è la prima grande acquisizione del nuovo Ceo Thomas Kurian. La strategia dietro questa acquisizione è quella di potenziare uno dei principali prodotti di successo di Google Cloud, cioè BigQuery, strumento di gestione di grandi insiemi di dati.

Looker, che è un dei principali strumenti di analisi che permette di visualizzare le tendenze dei dati senza bisogno di configurazioni complesse, è in competizione con prodotti come Data-N di Tableau Software, Domo e Power BI di Microsoft.

Secondo l’Autorità britannica per la competizione e i mercati, l’acquisizione non comporterà un aumento dei prezzi o un abbassamento della qualità dei prodotti sul mercato, come previsto dalla legge. «Anche se Google ha la possibilità di rendere difficile l’accesso ai dati generati tramite Google Cloud ai suoi avversari, in realtà ha bisogno che questi siano visti anche da terzi per i suoi servizi di pubblicità online e di web analytics. Non c’è quindi alcuna prova che esistano incentivi per cui questo non accada», ha scritto nella sua memoria l’Autorità britannica. Nei mesi precedenti sia il Dipartimento di giustizia americano che l’Autorità federale per la competizione austriaca hanno dato il loro parere positivo per l’acquisizione.

Intanto Google porta l’intelligenza artificiale al servizio del retail in Italia. Il Machine Learning Checkup, nato in Italia nel 2019 dalla collaborazione tra Google e la School of Management del Politecnico di Milano – spiega una nota – si apre alle aziende retail per accompagnarle nel processo di trasformazione digitale. L’estensione al settore retail, che si aggiunge ai settori agroalimentare, tessile, arredamento, metal-siderurgico e metalmeccanico, è stata presentata in occasione dell’iniziativa “L’economia dell’intelligenza. Machine learning: il futuro del retail”, organizzata a Milano da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano.

Il Machine Learning Checkup è uno strumento gratuito che permette alle imprese di valutare la propria maturità per l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale e comprendere come sfruttarne al meglio le applicazioni: offre un report personalizzato sui potenziali benefici dell’intelligenza artificiale, insieme alle migliori applicazioni in base al settore di riferimento dell’azienda e del suo posizionamento nella filiera produttiva.

Inoltre, le aziende potranno accedere a un servizio di consulenza dedicata di Unioncamere – attraverso i Punti Impresa Digitale delle Camere di Commercio sul territorio – e agli incentivi del ministero dello Sviluppo Economico. Dopo essere stato lanciato a settembre 2019 in Italia, il Machine Learning Checkup verrà esteso nei prossimi mesi ad altri 11 paesi europei.

La sezione dedicata al retail si affianca a una nuova ricerca della School of Management del Politecnico di Milano commissionata da Google, che ha individuato 35 casi di applicazione. Ne sono esempi chiave quelle nella distribuzione organizzata, che si traducono in una riduzione del 57% delle commissioni e un aumento del 10% delle vendite, e nel settore moda, dove grazie all’introduzione di soluzioni intelligenza artificiale il processo che conduce alla conclusione dell’acquisto si è ridotto del 38%.

Anche per il retail, le tre soluzioni di intelligenza artificiale più versatili si confermano l’analisi predittiva, il riconoscimento delle immagini e il riconoscimento dei suoni.

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