L’innovazione che ruota intorno ai Big data va oltre il mero aspetto tecnologico. Secondo l’ultimo report di Gartner, “Cio advisory: Getting value from Big data requires innovative business thinking and process change”, i Cio che vogliono trarre il massimo valore dai Big data devono portare le loro organizzazioni ad abbracciare un concetto più ampio di innovazione, adottare un modo creativo di pensare e modificare i processi. Mostrando all’intera organizzazione quali sono i concreti benefici prodotti dai Big data e dall’analytics, i Cio ne costruiranno la business case.
“I Big data richiedono che un’azienda abbracci l’innovazione su due livelli”, spiega Hung LeHong, research vice president di Gartner. “Sicuramente la tecnologia è di per sé innovativa, ma c’è un secondo aspetto: le aziende devono essere disposte a innovare il modo in cui svolgono il supporto alle decisioni e l’analisi. Ciò non rappresenta un problema di tecnologia ma di gestione del processo e del cambiamento”.
LeHong continua: “Le tecnologie dei Big data offrono modi innovativi per analizzare i problemi di business esistenti e le opportunità che si prospettano. Nuove fonti di dati e nuovi strumenti di analytics possono migliorare l’organizzazione in modi che non esistevano prima, portando un valore aggiunto”.
La capacità dei Big data di analizzare i dati non strutturati che arrivano da fonti disparate e si presentano in enormi volumi può creare nuove opportunità di business, ma per estrarre valore dalle tecnologie dei Big data occorre un modo di pensare innovativo e la disponibilià ad accettare queste nuove fonti e i nuovi metodi. Secondo Gartner, i Cio dovrebbero trattare i progetti sui Big data come progetti di innovazione che presuppongono un piano di gestione del cambiamento. Le aziende hanno bisogno di tempo per riuscire a ritenere affidabili le nuove fonti di dati e i nuovi strumenti di analytics ed è consigliabile iniziare con piccoli progetti-pilota che danno piena trasparenza sui dati, il processo di analisi e i risultati.
Potrebbe essere utile iniziare dai dati interni all’azienda: i Big data non sono solo quelli che derivano da fonti esterne e i Cio più creativi possono sfruttare il valore delle fonti di informazioni che già sono nell’organizzazione e non sono mai state usate prima. I Cio dovranno lavorare con gli altri dipartimenti per capire dove sono tutte le fonti interne di dati e come sfruttarle. Con un atteggiamento creativo, tutti i dati possono essere resi in qualche modo preziosi; naturalmente sarà compito dei Cio assicurarsi che ci sia un obiettivo di business nel conservare e analizzare anche questi dati.
Alcune aziende usano le tecnologie dei Big data per rendere più veloci i loro strumenti di analytics: anche questo, sottolinea Gartner, richiede modifiche nei processi; tuttavia gli early adopters che hanno reso più veloce l’analisi e modificato i processi ne traggono già il massimo beneficio. Per esempio, in alcune aziende, analisi più rapide significano capacità di elaborare i dati di vendita di un’intera settimana in pochi minuti, con effetto immediato sulle decisioni sui prezzi, gli sconti, ecc.
“Prima di imbarcarsi in grandi investimenti in Big data, i Cio devono assicurarsi che il team di valutazione abbia una chiara comprensione di come analytics più veloci miglioreranno i risultati operativi”, sottolinea LeHong. “Su questa chiara valutazione costruiranno la business case”.